Non se ne parla molto ma il rifiuto tessile è uno scarto piuttosto subdolo. Qualsiasi capo, accessorio o straccio, se non correttamente smaltito, è in grado di rilasciare microparticelle di plastica che si diffondono nell’ambiente con conseguenze serie sulla salute. Il tema è considerato così importante che nel 2018 la Corte Europea ha obbligato gli Stati dell'Unione a organizzare la raccolta differenziata dei tessuti entro il 2025. In Italia la norma è già in vigore da un anno e nel settore della moda sta aumentando l’attenzione verso le tematiche ambientali e di sostenibilità dando vita a realtà molto interessanti.
Un piumino di seconda vita
A Guanzate, in provincia di Como, da 75 anni Ratti crea e produce tessuti e accessori per abbigliamento, arredamento, sartoria. Oggi l'azienda ha un team dedicato alla sostenibilità che ha ridotto l'impronta sull'ambiente non solo in termini di consumo di acqua ed energia, ma soprattutto sviluppando molte iniziative per il recupero dei rifiuti tessili. Uno dei progetti già in campo prevede la stampa di nuovi disegni sui capi invenduti dei propri clienti. L'altro, 2nd life fibers, trasforma gli scarti di seta in un'ovatta per imbottiture di capi invernali come i piumini. Ma non è l'unico esempio.
Il colore del riso
Albini, storico cotonificio la cui storia inizia nel 1876 in provincia di Bergamo, grazie alla ricerca sui colori, ha innovato come nessuno nel suo settore ottenendo prodotti sempre più naturali. Colori tratti da batteri coltivati in vitro, dall’acqua di bollitura del riso – in collaborazione con la Riso Gallo –, dalla ruggine degli scarti industriali.
La tuta circolare
A Gandino, sempre nel Bergamasco, Radici Group produce dei filati derivati dal riciclo meccanico della poliammide, il cosiddetto nylon. Prodotti con ottime caratteristiche per dar vita a tappeti, abbigliamento e applicazioni nel settore automotive. In collaborazione con un'altra azienda Bergamasca, la DKB, vengono prodotte tute da sci fatte praticamente da un unico materiale, facilitandone il riciclo a fine vita per produrre, ad esempio, componenti per scarponi, attacchi da sci, rifiniture per autovetture, arredamento o qualsiasi altro prodotto che preveda l’utilizzo di poliammidi ad alte prestazioni.
Il ruolo di istituzioni e parti sociali
In Lombardia il comparto tessile vale dodici milioni di euro. Un terzo del fatturato nazionale, al secondo posto per export e occupazione. Queste realtà vivono un'importante fase di sviluppo grazie anche ai progetti di economia circolare, innovazione e digitalizzazione promossi dalla Regione attraverso il cluster tecnologico Afil, Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia. Questioni a cui guarda anche il Tavolo tecnico permanente al quale siedono organizzazioni sindacali, imprenditori e istituzioni con il compito di promuovere iniziative per agevolare la reinternalizzazione della produzione, l'innovazione dei processi e la salvaguardia della salute e dell'ambiente. Obiettivo del sindacato è continuare a coniugare la sostenibilità ambientale con quella sociale attraverso una contrattazione di alto valore. I lavoratori sono il motore di questo cambiamento e le buone relazioni accrescono per ognuno la sensazione di sentirsene parte.