Un lavoratore “fortunato”, così si definisce Federico Massa, dipendente della Sider Alloys (ex Alcoa) di Portovesme (Carbonia-Iglesias). È infatti uno dei pochi (120 su circa 900) rientrati al lavoro, anche se attualmente è in cassa integrazione. Alle spalle ha una lunga storia: la multinazionale statunitense dell’alluminio Alcoa ha chiuso nel 2012, l’impianto nel 2018 è stato acquisito dalla società svizzera Sider Alloys. Ma la produzione non è mai veramente ripartita: a monte persiste il vero nodo della vertenza, ossia il contratto sul prezzo dell'energia che l’azienda non ha ancora siglato con Enel. In gennaio l’accordo sembrava fatto, ma finora la firma non c’è stata. E, come ci dice Federico, “se non c’è questa firma, l’azienda non vuole ricominciare le lavorazioni”. Intanto prosegue lo sciopero, arrivato oggi (mercoledì 1° luglio) al quarto giorno di stop, con blocco dei cancelli dello stabilimento.
La ripartenza che non c'è
Nel 2012 la multinazionale dell'alluminio Alcoa chiude, nel 2018 l'impianto di Portovesme (Sud Sardegna) viene acquisito dalla svizzera Sider Alloys. Ma la produzione è ancora ferma: una storia paradossale che Federico Massa, lavoratore e padre di due figli, ci racconta con preoccupazione. Intanto prosegue lo sciopero, con blocco dei cancelli dello stabilimento
1 luglio 2020 • 09:04