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A distanza di quasi quattro anni dalla scadenza dei contratti nazionali del terziario distribuzione e servizi, distribuzione moderna e organizzata e distribuzione cooperativa, le associazioni datoriali firmatarie di questi contratti si rifiutano di rinnovarli a condizioni dignitose per i circa tre milioni di lavoratori dipendenti a cui sono applicati. Così la Filcams Cgil nazionale, in una nota.
"Il senso di responsabilità - spiega il sindacato - che ha indotto le lavoratrici, i lavoratori e le loro organizzazioni sindacali ad assumere una posizione equilibrata durante il lungo arco temporale nel quale si è tentato di portare avanti le trattative è stato frustrato anche in occasione degli incontri tenutisi nelle ultime due settimane. La responsabilità, se non è condivisa, rischia di ritorcersi contro chi la pratica".
Le associazioni dei datori di lavoro, in via generale, "non vogliono riconoscere incrementi contrattuali in linea con l’inflazione misurata con l’indice Ipca al netto dei generi energetici importati, nonostante gli accordi interconfederali da loro siglati prevedano un legame funzionale fra i trattamenti economici dei lavoratori e tale indice. La coerenza viene quasi ritenuta un disvalore nel complicato sistema associativo di settore".
Tra le associazioni datoriali c’è chi, a parole, si dichiara disponibile a non disconoscere quegli accordi confederali ma, prosegue il sindacato, "pone come pregiudiziali scambi che di fatto mettono in discussione pezzi di salario già acquisiti, e chi invece, nel dichiararsi disponibile a non chiedere scambi, propone di non tener conto nella fissazione degli incrementi salariali delle dinamiche inflattive. In tutti e due i casi non sono per nulla accettabili le proposte di salario avanzate da tutte le controparti datoriali". I datori di lavoro del terziario "hanno un’idea talmente innovativa del lavoro che propongono di tornare alla forma più arcaica di baratto: pane in cambio di dignità".
Le associazioni, unanimemente, sono indisponibili a erogare quote di salario a compensazione del lungo periodo trascorso dalla scadenza dei ccnl, pur sapendo che, in particolare nell’anno 2022, l’inflazione ha fortemente eroso il potere di acquisto di chi lavora nel settore. Dopo aver operato rincari per qualsivoglia ragione (e non sempre per dei veri motivi), le imprese del Tds, della Dmo e della Distribuzione cooperativa si accaniscono proprio su chi consente loro di esistere e di performare: le lavoratrici e i lavoratori.
Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Ancc-Lega Coop, Confcooperative-Consumo e Utenza e Agci-Agrital "sembrano unicamente capaci di infliggere alle lavoratrici e ai lavoratori umiliazioni". Oltre a doversela vedere con modelli organizzativi aziendali sempre più flessibili e aperture commerciali totalmente deregolamentate e in grado di vanificare la benché minima aspirazione a una reale conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, alle lavoratrici e ai lavoratori del Tds, della Dmo e della Distribuzione cooperativa viene negato anche il basilare diritto a un congruo incremento in termini retributivi.
Tale situazione richiede una risposta chiara. Pertanto, è dichiarato lo stato di agitazione e lo stop a qualsiasi forma di flessibilità (supplementare, straordinario, prestazioni domenicali per chi non vi è tenuto per previsione di contratto individuale, banca-ore e patti con clausole) per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori del Terziario Distribuzione e Servizi, della Distribuzione Moderna e Organizzata e della Distribuzione cooperativa.
Saranno indette per i mesi di ottobre e novembre le assemblee sindacali retribuite presso i luoghi di lavoro per aggiornare le lavoratrici e i lavoratori, sia sugli esiti dei confronti negoziali con Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Ancc-Lega Coop, Confcooperative-Consumo e Utenza e Agci-Agrital sui rinnovi dei ccnl, che sulle forme di mobilitazione da realizzarsi per contrastare le posizioni datoriali che impediscono allo stato attuale il raggiungimento di intese di rinnovo dignitose per chi lavora nel settore.
Da parte loro, Filcams, Fisascat e Uiltcus terranno un attivo nazionale delle delegate e delegati del settore entro la seconda decade di novembre (in luogo che sarà comunicato nei prossimi giorni).
Viene proclamato lo sciopero nazionale delle lavoratrici e lavoratori del terziario, distribuzione e servizi, della distribuzione moderna e organizzata e della distribuzione cooperativa per un'intera giornata di lavoro nel mese di dicembre: anche in questo caso, la data dello sciopero sarà comunicata nei prossimi giorni.
È, inoltre, programmata, in concomitanza con lo sciopero nazionale, una manifestazione nazionale, in luogo che sarà comunicato a breve, a cui prenderanno parte le lavoratrici e i lavoratori che si asterranno dal lavoro nell’ambito della iniziativa di mobilitazione.
"Un’intera categoria di lavoratrici e di lavoratori - scrive il sindacato -, peraltro fra le più numerose in Italia, non può essere ostaggio dei calcoli cinici di un sistema associativo del tutto indifferente ai bisogni e alle necessità di chi ha dato tanto in questi anni sia alle imprese che al Paese. Il contratto ci spetta, è l'ora dei rinnovi".