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“La povertà educativa è un’emergenza nazionale da affrontare urgentemente con un’azione collettiva e con un Piano nazionale. Oggi più che mai il tema della cultura è centrale per costruire un nuovo modello di società che reagisca alle derive populiste, xenofobe e razziste, e che crei coesione sociale, riducendo le disuguaglianze”. È il monito lanciato mercoledì 29 maggio dalla Cgil nel corso dell’iniziativa "Non c’è futuro senza cultura. L’Italia e la sfida alla povertà educativa", alla quale sono intervenuti tra gli altri il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra (qui la relazione integrale) e il segretario generale Maurizio Landini.
È drammatico il quadro delineato dalla Confederazione sulla povertà educativa: la presenza di nidi sul territorio non arriva a coprire, in termini di posti disponibili, il 20 per cento della popolazione in età 0-3; i dispersi, cioè i giovani fra 18 e 24 anni che hanno solo la licenza media, sono il 14 per cento; i Neet sono oltre 2 milioni, circa il 24 per cento; solo il 20 per cento degli italiani tra 25 e 34 anni è laureato; gli analfabeti funzionali sono più di 13 milioni, ossia il 39 per cento degli adulti tra 25 e 65 anni; la partecipazione degli adulti ad attività di formazione è pari all'8 per cento. Dati che rilevano basse performance del nostro Paese a livello europeo, ma anche un preoccupante divario tra Nord e Sud dell’Italia.
Esclusione, marginalità e conflitto sociale, aumento della spesa pubblica, abbassamento della qualità della produzione e del mercato del lavoro sono alcune delle conseguenze della povertà educativa elencate dalla Cgil, per questo “va immediatamente contrastata, non con le misure proposte dal governo, insufficienti come il reddito di cittadinanza o sbagliate come l’autonomia differenziata, ma con politiche di investimento su scuola, formazione, percorsi educativi di qualità”. Facciamo appello, ha aggiunto Landini, "alle istituzioni, a tutti coloro che operano nel settore dell’educazione, a tutte le forze sociali, affinché la povertà educativa diventi la vera sfida, presente e futura, del Paese”.
Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, in conclusione, ha ricordato che “questa di oggi è un’iniziativa importante, una tappa di un percorso che ci condurrà a un appuntamento ambizioso: gli Stati generali della conoscenza. Crediamo che sia importante ricostruire un rapporto sinergico tra lavoro di qualità e cultura, e tra le persone che lavorano in questo mondo, caratterizzato spesso dalla precarietà”.
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