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In questo periodo avrete sicuramente ricevuto tantissime email e lettere da parte di noi cittadini per svariati motivi, perciò non mi aspetto un riscontro da questo mio messaggio. Io mi presento, sono Giulia di anni 28 e sono una cittadina di un piccolo paesino dell’entroterra siculo.
Nella vita ho purtroppo scelto di abbandonare gli studi e iniziare a lavorare subito dopo aver compiuto la maggiore età. Da circa 10 anni sono un’ addetta alle vendite, prima per piccole aziende, adesso per una rispettosissima multinazionale. Vi scrivo perché vi riporto indietro un po’ negli anni. Erano gli anni '90 quando mio padre aveva un lavoro certo e una stabilità economica, e alle 17 del pomeriggio di un giorno feriale qualsiasi, io e mia madre attendevamo proprio lui che finisse di lavorare per portarci a Palermo a comprare ciò di cui avevamo bisogno. Dopo 30 minuti di macchina arrivavamo nella vecchia via Roma palermitana piena di negozi e iniziavamo le nostre compere senza fretta riuscendo a fare tutto e a tornare a casa per cena.
La domenica poi mio padre, essendo libero dal lavoro, mi portava in campagna dai nonni, o a fare una passeggiata in montagna, o ancora al mare. Passava del tempo con me e mi faceva respirare aria pulita, aria di benessere, instauravamo un rapporto di complicità̀ giorno per giorno e mio padre si divertiva insieme a me nel suo unico giorno libero.
Ecco, io per i miei figli vorrei essere un genitore come lui, vorrei potergli dare una giusta educazione e vorrei poter esserci per mio figlio nell'unico giorno della settimana che è stato da sempre dichiarato festivo.
Mai come in questo periodo abbiamo scoperto che cosa significa passare del tempo in compagnia dei propri cari a condividere passioni con i familiari; ma se i centri commerciali rimangono aperti nell'unico giorno festivo della settimana che madre e che moglie potrò essere per la mia famiglia? Ci sono già̀ gli ospedali che tengono impegnati migliaia di persone la domenica e le feste, ma inevitabilmente nessuno può decidere quando ammalarsi. Ma perché invece non pensiamo che una famiglia non può organizzare le proprie spese durante la settimana? I centri commerciali sono aperti 12 ore al giorno, la spesa per casa puoi farla dalle 9 del mattino alle 21, un paio di jeans puoi comprarlo in 12 ore, se hai un compleanno riesci a trovare in mezza giornata il tempo per comprare un regalo.
Bisogna educarla questa gente, dovete pensarci voi, dovete pensare a tutti quelli come me che la domenica non possono pranzare accanto ai propri mariti o ai propri bimbi solo perché altre famiglie possono invece permettersi la passeggiata al centro commerciale con le loro di famiglie.
Organizzate mostre, manifestazioni, parchi giochi per queste famiglie, acculturate queste famiglie che la domenica chiudono in un centro commerciale la loro vita familiare. E ai commercianti rispondete che se la domenica 100 clienti non vengono, ne verranno 20 in più durante ogni giorno della settimana, perché se nella vita abbiamo bisogno di qualcosa, non c’è bisogno di aspettare la domenica per procurarcela.
Certa della vostra comprensione, distinti saluti.
Una cittadina di troppo