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È uscito il nuovo numero del Notiziario dell'Inca Cgil, dal titolo "Un anno di guerra, un anno di accoglienza" (leggetelo QUI). La rivista digitale a cura del Patronato questa volta si concentra sul tema dell'immigrazione e dell'impatto che il conflitto in corso in Ucraina ha avuto proprio sui flussi e sulle politiche di gestione del tema. All'interno potrete leggere i racconti e le testimonianze delle operatrici e degli operatori dell'Inca in Italia e nel mondo. Qui di seguito pubblichiamo l'editoriale di Michele Pagliaro, presidente dell'Inca.
La dignità della persona al primo posto
L’attività di tutela individuale che l’Inca Cgil rivolge alle persone straniere rappresenta una delle più autentiche cartine di tornasole dell’impegno, profuso attraverso i suoi operatori e operatrici, per la difesa e la promozione della dignità di ogni persona, senza distinzione alcuna, né di religione, né del colore della pelle, né nella differenza di genere.
Un impegno che, in questo drammatico momento, segnato dalla guerra in Ucraina e dopo la pandemia da Covid-19, sta diventando ancor più importante, che impone una riflessione non più rinviabile sul fenomeno migratorio in generale e sui suoi risvolti, come sono gli sbarchi incessanti sulle coste mediterranee, derivanti soprattutto da conflitti che coinvolgono tante altre aree del mondo, dove da anni si stanno consumando altrettante tragedie umane.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin ha riportato alla ribalta le criticità delle politiche finora adottate con una buona dose di approssimazione, per usare un eufemismo, che hanno lasciato i Paesi del sud del mediterraneo nella quasi totale solitudine nell’affrontare la gestione delle tantissime persone che cercano di raggiungere i paesi occidentali nella speranza di una vita migliore.
Il disordine che si è determinato ha favorito lo sviluppo di un pensiero sovranista, fondato su egoismi nazionalistici, che rischiano di minare i valori democratici, su cui è stata costruita l’Unione Europea, facendole fare passi indietro anziché in avanti, come tutti quanti noi invece auspichiamo.
La tragedia di Cutro sulle coste calabresi del 26 febbraio scorso non è stata altro che l’ennesimo dramma, che ha scosso le coscienze di tutti per la numerosità delle vittime provocate, e che rafforza la necessità di cercare ogni possibile via diplomatica per la risoluzione dei conflitti, ripudiando la guerra, come recita l’articolo 11 della nostra Costituzione.
Di fronte a queste tragedie che investono tantissime persone, noi dell’Inca, convinti sostenitori della pace, non abbiamo girato la testa dall’altra parte; e non vogliamo farlo ora. Come dimostrano le tante testimonianze raccolte in questa pubblicazione, la nostra missione resta quella di dimostrare come solo con la partecipazione attiva di ogni cittadino democratico si possono superare anche le diffidenze e le paure di chi vive il migrante come una minaccia e non una enorme risorsa, come è nei fatti. Solo in questo modo renderemo il nostro Paese più evoluto e riusciremo a combattere le disuguaglianze, che sono la principale fonte di sofferenze per chi ha avuto solo la sfortuna di nascere dalla parte “sbagliata” e povera del pianeta.
Nell’impegno quotidiano nel dare assistenza e tutela ai tanti migranti, che quotidianamente si rivolgono al nostro Patronato per vedersi riconoscere un diritto, vogliamo dare il nostro contributo affinché i valori dell’accoglienza, della solidarietà e dell’integrazione tra i popoli diventino sostanza e non parole vuote.