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Venerdì 8 novembre Just Eat, multinazionale anglo-danese della consegna di cibo a domicilio, con “una scarna comunicazione” dice la Filcams Cgil nazionale, ha annunciato il drastico ridimensionamento del comparto di assistenza al cliente in Italia, con il conseguente licenziamento di circa 50 lavoratrici e lavoratori attualmente impiegati nella sede di Milano.
I lavoratori che verrebbero espulsi sono 50: 40 addetti al customer service, ossia l’assistenza ai clienti, e una decina di figure tecniche. I licenziati rappresentano poco meno di un quarto della forza lavoro totale impiegata nella sede (220 addetti), che è l’unica in Italia di Just Eat.
Just Eat: Filcams, delocalizzazione inaccettabile
“Le motivazioni addotte dall’azienda – spiega la Filcams – sono le solite: cambiamenti del mercato, risultati non in linea con gli obiettivi, forte competitività. Nulla di nuovo in un settore, quello del food delivery, che vede un costante susseguirsi di crisi aziendali, con migliaia di addetti espulsi senza possibilità di reimpiego. Ancora una volta, le scelte di business ricadono sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori”.
La categoria Cgil rimarca che stavolta “l’aggravante è l’esplicitazione, senza alcuna remora etica, che la riorganizzazione aziendale avverrà avvalendosi di lavoratrici e lavoratori impiegati in altri paesi, con ‘costi di produzione più bassi e flessibilità oraria maggiormente aderente al modello di business’. Una delocalizzazione inaccettabile che sfrutterà retribuzioni più basse e meno diritti, creando un grave dumping tra lavoratrici e lavoratori”.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil si sono già attivate per “scongiurare i licenziamenti e tentare di ridurre il più possibile l’impatto sulle lavoratrici e sui lavoratori. A tal fine, nei prossimi giorni verranno messe in campo tutte le azioni possibili in tutte le sedi che si riterranno opportune”.
Just Eat: “Aperti al confronto”
“In merito a quanto riportato da alcuni organi di stampa, Just Eat intende precisare che si trova di fronte a una revisione aziendale in corso che coinvolge diversi mercati”, spiega una nota della multinazionale: “In Italia abbiamo informato le organizzazioni sindacali circa la nostra intenzione di esternalizzare la funzione del servizio clienti. Poiché ci troviamo in una fase di consultazione, in questo momento non possiamo fornire ulteriori dettagli. Inoltre, è importante sottolineare che l’azienda fornirà supporto e assistenza a tutti i lavoratori coinvolti e si dichiara aperta al confronto con i sindacati per trovare la miglior soluzione possibile”.