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Giornata di mobilitazione mercoledì 7 luglio per i lavoratori di Jsw Steel-Logistic-Gsi e Liberty Steel di Piombino (Livorno). Previsto anche un presidio a Roma, presso il ministero dello Sviluppo economico. “Dopo l’incontro del 13 maggio scorso al Mise – spiegano Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil – e un presidio permanente dei lavoratori alle portinerie di Jsw Steel Italy durato oltre 70 giorni, nessuna successiva convocazione è giunta da parte del dicastero dello Sviluppo Economico per proseguire nel confronto fra azienda, istituzioni e sindacato su un piano industriale serio e credibile, che dia prospettive certe al sito siderurgico di Piombino”.
I sindacati rilevano che “il management italiano di Jindal continua ad annunciare interlocuzioni con il Mise su un ‘fantomatico’ progetto che ancora non trova conferma ufficiale in nessuna sede istituzionale. Nel frattempo si continuano ad apprendere dalla stampa dichiarazioni e proposte, da parte di importanti imprenditori del settore, su un possibile e specifico rilancio industriale dell’ex Lucchini”. Ma a oggi “nessun avanzamento è stato prodotto che lasci intravedere un futuro per Piombino. Pertanto valutiamo negativamente l'assegnazione da parte di Rfi di un solo lotto su cinque dell'ultimo bando di gara a Piombino, che comporterà ancora giorni di non lavoro e cassa integrazione per tutti i lavoratori di Jsw”.
All’incertezza sul futuro dei 2 mila lavoratori del gruppo Jindal si aggiunge quella dei 500 di Liberty Steel e del suo indotto, che fra qualche giorno “si fermerà completamente senza una previsione di ripresa produttiva”. Fiom, Fim e Uilm chiedono “in tempi strettissimi una convocazione ministeriale, fra l’altro già richiesta e sollecitata dalle segreterie nazionali sia per l’ex Magona sia per l’ex Lucchini, per individuare tutte le soluzioni necessarie per salvaguardare l’industria e l’occupazione da cui dipende un intero territorio. Non si può scherzare sulla pelle dei lavoratori, Piombino non deve chiudere”.