"Molti si chiedono per quale ragione e come sia possibile che una multinazionale in procinto di acquisire un contratto multimiliardario per la fornitura di rotaie da un governo possa fare l'errore strategico di ammettere bellamente che ha intenzione di vendere lo stabilimento che produce quelle rotaie in quel Paese". A dirlo è la Fiom Cgil Livorno, in merito alla situazione che si è creata alla Jsw di Piombino, dopo le dichiarazioni del presidente Jsw, rilasciate sul Financial Times dell'11 maggio scorso, circa la vendita degli stabilimenti di Piombino e Texas per investire nel settore edilizio: "Pensare che il direttore di Jsw India abbia preso un granchio, sia inciampato o che semplicemente si tratti di gossip o notizie datate e che ora, in soli due giorni, Mr. Jindal si sia nuovamente innamorato di Piombino, sono un’offesa all’intelligenza delle persone".

La Fiom resta "in attesa di una smentita ufficiale dalla stessa fonte e con lo stesso mezzo, in assenza della quale tutto resta esattamente com’è, come appare nella sua chiara drammaticità". Per i metalmeccanici Cgil "le ragioni possono essere solo due: un atto di cialtroneria, al quale non crediamo, o semplicemente il fatto che la multinazionale si senta sufficientemente rassicurata e garantita da scoprire le carte sulle sue reali intenzioni. Una rassicurazione presumibilmente che può essere stata data loro soltanto dal ministero o dal governo". 

In ogni caso, al sindacato "appare chiaro che, vendita dello stabilimento e contemporanea acquisizione della commessa multimiliardaria delle rotaie, porta a dedurre che le rotaie non si produrranno a Piombino e certo non in Italia (essendo questo l'unico stabilimento italiano che produce rotaie). Se queste considerazioni avessero un fondamento, come appare, chiunque potrebbe sostenere che il governo è complice di questo disegno criminale teso all'omicidio delle aspettative di rilancio di uno stabilimento, dei lavoratori e delle lavoratrici, delle loro famiglie e di una intera collettività che aspetta da anni la soluzione promessa".

Per la Fiom "bene hanno fatto quelle forze politiche che hanno alzato la voce in direzione del governo - che è bene ricordare sono anche forze politiche che lo sostengono - perché non venga affidata a Jsw la commessa multimiliardaria senza adeguate garanzie". I metalmeccanici Cgil chiedono "che ci sia una smentita della vendita e che le istituzioni si facciano garanti degli impegni formali, ma spesso non sostanziali, che la multinazionale potrebbe usare come cortina fumogena. Ogni documento, ogni rassicurazione, ogni addendum, ogni nota che potrà essere prodotta è già stata disattesa in questi ultimi tre anni, e nulla lascia presagire che ci sia un cambio di passo o una maggiore corrispondenza tra ciò che dicono e ciò che fanno".

In conclusione, la Fiom Cgil chiede "al ministero di essere convocata, che congeli fino alla convocazione ogni procedura di affidamento delle rotaie e che si faccia chiarezza sulle reali intenzioni della multinazionale e del governo sul futuro del comprensorio. E considerato che spesso quando c'è un venditore, c'è anche un acquirente, sarà l'occasione per fare anche chiarezza sulla vociferata e ipotizzata trattativa tra privati".