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Iniziano oggi (lunedì 20 gennaio) i primi scioperi alla Johnson Controls di Corropoli (Teramo), dopo l’annuncio della società statunitense, produttrice di attrezzature antincendio, sistemi di condizionamento ambientale e di sicurezza per edifici, di dismettere il reparto del customer service (servizio clienti).
La decisione, che coinvolge quattro lavoratori, è arrivata giovedì 16 gennaio. Immediata la replica di Fiom Cgil e Rsu che, nell’assemblea del giorno seguente, hanno proclamato un pacchetto di 40 ore di sciopero, con un presidio davanti ai cancelli della fabbrica, a partire dalle ore 9, che si tiene appunto oggi.
Fiom: “Multinazionali spregiudicate e disumane”
“Abbiamo assistito a una scena già vista: la multinazionale ha comunicato l’intenzione di dismettere un ulteriore reparto: il customer service”, spiega la Fiom Cgil Teramo: “Nonostante mesi di richieste di incontro avanzate da noi e dalla Rsu, volte a ottenere un piano industriale (l’ultimo incontro era previsto per novembre, ma è stato annullato dall’azienda), candidamente ci è stato comunicato che non esiste un piano industriale complessivo. Al contrario, ci sarebbero vari piani separati legati alla riorganizzazione aziendale”.
La categoria rileva che tuttavia, con la “solita indifferenza di chi non ha mai indossato i panni dell’altro, mentre da una parte l’azienda sottolineava l’inesistenza di un piano industriale, dall’altra annunciava che il servizio clienti sarà trasferito in Slovacchia entro marzo, con l’inizio delle operazioni di dismissione già da venerdì 17”.
Una decisione “folle che comporterà la perdita di altri quattro posti di lavoro, che riteniamo preludere a ciò che abbiamo sempre denunciato: una dismissione totale del sito di Corropoli”. La Fiom sottolinea anche che “è passato esattamente un mese dalla conclusione del progetto Orca, così chiamato dall’azienda, che prevedeva la cessazione del reparto produttivo e la conseguente perdita di 60 posti di lavoro, e ora l'azienda annuncia nuovi tagli”.
Il sindacato evidenzia altresì che “la comunicazione è avvenuta come l'ultima volta: un nuovo dirigente, intervenendo in inglese, ha cercato di giustificare con delle slide la convenienza aziendale nel dismettere il reparto, attualmente proficuamente operativo e dedicato ai clienti italiani ed esteri. Il dirigente inglese, però, è arrivato alla seconda diapositiva perché abbiamo interrotto il tavolo: basta prese in giro, l’azienda venga a dire qual è il progetto reale che ha in testa per Corropoli, consapevole che per noi il profitto non può essere anteposto alla dignità del lavoro”.
La Fiom contesta non solo il contenuto della decisione, ma anche il metodo con cui è stata comunicata: “L’azienda, dopo mesi di silenzio, si è presentata per informare che un’altra attività sarà dismessa. Tutto ciò di fronte a Confindustria Teramo, che sarebbe auspicabile che prima o poi prendesse posizione contro la spregiudicatezza e la disumanità delle multinazionali che depauperano e prendono in giro un territorio già provato”.
La categoria Cgil ha quindi “intimato all’azienda di sospendere qualsiasi attività di formalizzazione dei licenziamenti fino a un incontro con le istituzioni” e intende coinvolgere “i livelli provinciali e regionali della politica affinché prendano una posizione chiara contro queste multinazionali senza volto, che sfruttano e ingannano lavoratrici e lavoratori”.