La scorsa settimana è stato sottoscritto fra Italtel, Fiom, Fim e Uilm nazionali e territoriali e il coordinamento nazionale dei delegati, un accordo di cassa integrazione ordinaria per 'Covid-19', che interesserà il periodo che va da metà maggio a fine agosto.
L'intesa, che riguarda un numero massimo di 977 lavoratori (dei quali 603 nelle sedi di Settimo Milanese e Vicenza, 191 di Roma e 183 di Palermo-Carini), prevede: l'anticipo, da parte dell'azienda, dell'integrazione salariale; la maturazione piena degli istituti differiti (tredicesima mensilità, ferie e par) anche nel periodo di sospensione per cig; la rotazione del personale, che effettuerà da uno a un massimo di due giorni a settimana in media di cassa; un massimo di una giornata di sospensione a settimana per i lavoratori in part time; l'utilizzo, al posto della cig, su richiesta volontaria dei lavoratori, di ferie e permessi annui retribuiti, maturati negli anni precedenti; il monitoraggio settimanale della situazione da parte dei delegati sindacali della Rsu.
L'intesa si è resa necessaria in quanto, nonostante fin dall'inizio della pandemia tutto il personale sia stato messo a lavorare in smart working, si è verificato un calo di attività presso alcuni clienti, soprattutto della pubblica amministrazione e delle telecomunicazioni. Dopo il confronto con le assemblee dei lavoratori, che si sono svolte in videoconferenza e che hanno registrato un'ottima partecipazione, le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm hanno firmato l'ipotesi di accordo.
Secondo Marco Giglio, Roberta Turi e Michele Paliani, coordinatori nazionali Fim, Fiom e Uilm di Italtel, “è stato sottoscritto un buon accordo, che tutela lavoratrici e lavoratori in una fase molto complessa per l'azienda, che, nei primi giorni di aprile, ha reso noto di aver depositato domanda al Tribunale di Milano, chiedendo la concessione di un termine di 120 giorni per raggiungere un accordo per la ristrutturazione dei propri debiti e la ricapitalizzazione”.
“Ora dobbiamo fare in modo che venga garantita la continuità aziendale, la sua integrità e il mantenimento del perimetro occupazionale. Per questo abbiamo chiesto ad aprile un confronto urgente al ministero dello Sviluppo economico che però ancora non ci ha convocati. Nel frattempo, abbiamo richiesto incontri alle tre regioni interessate, il primo dei quali dovrebbe essere confermato la prossima settimana con la Lombardia, regione che conta il maggior numero di occupati. Chiediamo a tutte le istituzioni di adoperarsi affinché una realtà industriale italiana così rilevante, come Italtel, riesca a superare questo ulteriore momento di difficoltà, per non perdere un patrimonio di competenze e know how così prezioso per il settore delle telecomunicazioni e per il Paese”, concludono i tre dirigenti sindacali (R.G.).