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Si è svolto ieri l’incontro tra Cgil, Cisl, Uil e le rispettive categorie e la direzione di Italpizza per fare il punto sul percorso di reinternalizzazione previsto dall’accordo del 17 luglio 2019 di tutte le attività e di tutti i lavoratori afferenti all’appalto Evologica.
Nell’incontro l’azienda, pur dichiarando di voler rispettare integralmente l’accordo sul trasferimento, ha però posto una serie di richieste che per la Cgil sono inaccettabili, chiedendo infatti ai lavoratori ulteriori sacrifici ed arrivando addirittura a discriminare i lavoratori che, alla data della reinternalizzazione dell’appalto il 31 dicembre 2021, saranno in malattia, in maternità, in infortunio, ecc… Inoltre, l’impresa chiede un accordo contestuale per derogare su orario e organizzazione del lavoro previsti dal contratto nazionale dell’industria alimentare, a partire dal 1° gennaio 2022.
La Cgil di Modena sottolinea che "siamo di fronte a un’impresa che, nonostante la pandemia, ha aumentato ricavi e profitti presentando un bilancio 2020 con un ulteriore utile di 7 milioni e 700 mila euro che si somma ai quasi 35 milioni degli esercizi 2016-17-18-19, utili fatti anche e soprattutto con il contributo quotidiano dei lavoratori. Nonostante ciò, oggi, l’azienda pretende ulteriori sacrifici dai lavoratori in termini di maggiori flessibilità dell’orario di lavoro, minacciando anche trasformazioni dei rapporti di lavoro da full time a part time".
“I lavoratori hanno già fatto in questi anni sacrifici a sufficienza, e adesso è il momento che sia l’impresa a dare, senza chiedere in cambio nulla” affermano Cesare Pizzolla (segreteria Cgil), Laura Petrillo (Filcams),, Marco Bottura (Flai) e Samantha Sapiente (Filt). Il sindacato chiede il rispetto degli accordi sottoscritti e l’assunzione diretta di tutti i lavoratori dell’appalto Evologica secondo le modalità previste dalla legge e sull’organizzazione del lavoro si è dichiarata disponibile ad aprire successivamente un tavolo di confronto.
Per queste ragioni, la Cgil ha rotto il tavolo di trattativa, nonostante le altre sigle sindacali siano rimaste, e la prossima settimana saranno indette le assemblee per informare i lavoratori e proclamare lo stato di agitazione con le prime iniziative di mobilitazione. Iniziative che andranno avanti sino a quando non ci sarà una posizione aziendale che tenga conto dei diritti dei lavoratori.
“L’azienda deve capire che ha di fronte delle persone in carne e ossa e non dei numeri! E che il ruolo dell’impresa non è solo quello di garantire utili all’azionista, ma anche redistribuire una parte della ricchezza verso coloro che quelle ricchezze le producono” affermano gli esponenti della Cgil. Il sindacato chiede anche alla politica locale e alle istituzioni di attivarsi perché si ricomponga in tempi rapidi la vertenza onde evitare di riportare le lancette dell’orologio al 2018-19 quando il conflitto prevaleva sulla contrattazione.