Il primo incontro, del 10 settembre scorso, non è andato bene. A questo punto si spera nel secondo vertice, in calendario per mercoledì 18. A tenere il fiato sospeso sono i 40 lavoratori della Italgelato di Camisano Vicentino (Vicenza), azienda specializzata nella produzione di dessert surgelati per la grande distribuzione, cui il 28 agosto è stata comunicata la chiusura dello stabilimento.

Dal marzo 2023 l’impresa è interamente di proprietà del gruppo Italpizza di San Donnino (Modena), che già deteneva il 45 per cento delle quote societarie, che a propria volta fa capo al gruppo Acta. Appena un anno e mezzo dopo dall’acquisizione, ecco l’annuncio della chiusura. Motivata da difficoltà aziendali, malgrado nel 2022 avesse sviluppato un fatturato di 11 milioni di euro (di cui il 70 per cento proveniente dall’export), con potenzialità di crescita molto elevate.

Immediata è stata la protesta di sindacati e lavoratori (di cui 18 a tempo indeterminato, undici interinali, otto alle dipendenze della cooperativa GT Service di Mantova e tre addetti alle pulizie dipendenti della Mistral group di Vigonza, nel Padovano) che hanno organizzato scioperi a intermittenza e un presidio permanente davanti ai cancelli della fabbrica.

Nell’incontro del 10 settembre scorso, coordinato dall’Unità di crisi aziendali di Veneto Lavoro, la proprietà ha confermato la volontà di dismettere il sito, mentre i sindacati (Flai, Filcams e Nidil Cgil territoriali) hanno ribadito la necessità di provvedere a soluzioni che consentano di assicurare la salvaguardia occupazionale sul territorio.

Il comunicato della Flai Cgil

“Italpizza ha deciso di chiudere lo stabilimento di Italgelato di Camisano Vicentino, spostando la produzione nello stabilimento di Mantova e licenziando in tronco i dipendenti, i lavoratori somministrati e quelli delle società in appalto. In tutto 40 posti di lavoro e quindi 40 famiglie in difficoltà”, scrive il sindacato in una nota: “I lavoratori stanno lottando per mantenere il posto di lavoro e sono in sciopero con presidio fuori la fabbrica dal 29 agosto, notte e giorno”.

Attraverso il Tavolo di crisi della Regione Veneto, convocato il 10 settembre, si “è fatto capire a Italpizza che ha una responsabilità sociale, e che quando si decide di abbandonare uno stabilimento per opportunità economica si ha il dovere di mettere in sicurezza i posti di lavoro, collaborando con il sindacato e le istituzioni per trovare soluzioni possibili”.

Flai Cgil rileva che “al momento la direzione del gruppo Italpizza non ne è ancora convinta, tanto che è dovuto intervenire anche il governatore del Veneto Luca Zaia a sollecitare questo impegno, per non disperdere competenze e produzioni. L’incontro è rinviato al prossimo 18 settembre, quando Italpizza dovrà individuare possibili soluzioni per salvare i 40 posti di lavoro”.

La nota dell’azienda

“Nelle operazioni di acquisizione – spiega il gruppo Italpizza – ci siamo sempre dimostrati attenti nei confronti della sicurezza dei posti di lavoro, garantendo peraltro un considerevole aumento occupazionale. Lo stabilimento di Italgelato purtroppo si è rivelato una struttura produttiva poco competitiva e inadatta a garantire gli standard di efficienza e sviluppo richiesti dal mercato per i prodotti in gamma. È stata così presa la decisione strategica di cessare l’attività, facendo produrre i prodotti Italgelato a un’altra società del gruppo con sede nel mantovano, dove saranno concentrate tutte le produzioni di gelato e dessert”.

Riguardo ai lavoratori, Italpizza contesta i dati forniti dai sindacati, rimarcando che “attualmente la procedura riguarda solo 13 operai e 5 impiegati dipendenti diretti di Italgelato. Gli altri addetti in forza nello stabilimento fanno infatti parte di società esterne di servizi. Il gruppo ha avviato un percorso di dialogo e confronto con i lavoratori e le organizzazioni sindacali: sono previsti 90 giorni per individuare soluzioni”.