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Le segreterie territoriali Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil esprimono forte preoccupazione per lo scenario di calo produttivo che sta interessando le attività Italfluid dell’indotto Eni in Val D’Agri. Una situazione che rischia di mettere in serio pericolo la tenuta degli attuali livelli occupazionali – dichiarano i segretari generali delle federazioni di categoria Francesco Iannielli, Francesco Carella e Giuseppe Martino –, stante alle dichiarazioni ufficiali dell’azienda che paventa la perdita di circa 40 posti di lavoro.
"Inoltre, la scelta improvvisa e incomprensibile della committente Eni di revocare il servizio di sorveglianza 624 nei cantieri dove Italfluid svolge attività di 'well testing' e 'gestione pompe multifase' rischia di compromettere irrimediabilmente il già precario equilibrio economico finanziario, determinato dalla generale riduzione di attività. Gravissimo come, in un regime che, di fatto, è di 'monocommittenza', ossia in un contesto nel quale Eni decide se qualsiasi azienda dell’indotto può continuare a vivere o deve morire, e con essa i lavoratori occupati, si prendano tali decisioni così alla leggera", proseguono i dirigenti sindacali.
"Ci chiediamo se è normale che nel contesto delle estrazioni del petrolio in Basilicata, che dovrebbe essere governato da regole di affidabilità e buon senso, qualcuno possa prendere decisioni tanto pericolose per gli effetti nefasti che, sul piano sociale, le stesse producono.. Eppure il recente cambio di guardia al vertice del distretto centro-meridionale di Eni e la firma in sede istituzionale, solo qualche mese fa, del 'Nuovo protocollo di sito Eni Val D’Agri' ci avevano fatto sperare in ben altre situazioni. Lo stesso capo distretto Eni aveva dichiarato che nessun lucano avrebbe perso il posto di lavoro", continuano i sindacalisti.
"Non vorremmo che queste scelte, queste situazioni e le modalità con cui vengono gestite, determinate senza un minimo di confronto e coinvolgimento di sindacati e istituzioni, siano la diretta conseguenza di quel cambio di guardia !!!Abbiamo proclamato una giornata di sciopero per il giorno 04 ottobre prossimo – concludono gli esponenti sindacali –.Coinvolgeremo le nostre rispettive segreterie nazionali e confederali di Basilicata, le associazioni datoriali e la politica lucana affinché si possa trovare il luogo, e soprattutto il modo, di evitare che si consumi un atto di carneficina sociale".