All'Istituto superiore per la conservazione e il restauro del Mibac, la ricerca si ferma per i pensionamenti che negli ultimi tempi hanno lasciato veri e propri vuoti di professionalità. La denuncia è della Fp Cgil di Roma e Lazio. “Nuove assunzioni, per quanto tardive, sarebbero state comunque provvidenziali. Ma manca ancora l’indizione di concorsi per le specifiche professioni richieste. Con il precedente blocco del turn-over, chi è andato in pensione non ha potuto trasmettere a nessuno conoscenze e pratiche. Con i pensionamenti previsti, a fermarsi sarà direttamente l’attività complessiva di ricerca”, si legge in una nota.
A oggi, dei sei chimici del ridotto organico (a nostro avviso per svolgere al meglio l’attività ne servirebbero almeno otto) ne sono rimasti tre, in poco tempo resteranno in due; dei quattro fisici previsti, a breve ne resterà uno solo; i cinque biologi dei sette previsti non sapranno a chi trasmettere l'esperienza acquisita ed è rimasto un solo geologo, che non ha al suo fianco altri colleghi con cui confrontarsi. Tutto questo per un patrimonio culturale immenso e unico, come quello che vanta il nostro paese”, continua la nota.
Per il sindacato, nessun programma di tutela e valorizzazione può fare a meno di una funzione strategica come la conservazione e il restauro. L’investimento su personale specializzato, tecniche e strumenti all’avanguardia è fondamentale perché il ministero coordini e svolga al meglio la sua funzione. Senza le professionalità necessarie all’Iscr, si arenano i progetti all'estero, la Scuola di alta formazione, la cooperazione internazionale, insieme alla ricerca e all'innovazione, in un settore in cui da sempre l'Italia aveva vantato la propria eccellenza”.
Per questo, conclude la nota, “facciamo appello al ministro e al governo perché si mettano da subito in campo concorsi e investimenti per rilanciare l’Istituto e con esso tutta l’attività di cura e valorizzazione del patrimonio culturale e artistico”.