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È davvero una brutta storia questa, il precedente governo aveva cominciato a dare strumenti di lavoro, da una reale integrazione delle banche dati dei diversi enti o bandendo concorsi sia per ispettori tecnici per la prevenzione che per tutti gli altri, poi cambia governo e tutto si ferma o quasi. Anzi si prova a tornare indietro. Si era da poco seduta alla scrivania da ministra del Lavoro quando Elvira Calderone, arrivando a quell’incarico direttamente dalla presidenza dell’Ordine dei consulenti del lavoro, decise che l’Inl non dovesse più essere un ente autonomo ma tornare all’interno del suo ministero così da poterlo meglio controllare. Per fortuna tale manovra fu bloccata.
Personale ai minimi termini
L’Ispettorato Nazionale del Lavoro oggi – dopo i concorsi degli scorsi anni può contare su circa 4000 dipendenti ma ancora non sono sufficienti a svolgere tutti i compiti di istituto. Soprattutto non riescono a far quanto necessario a prevenire gli incidenti sul lavoro. Dal 1 gennaio al 31 agosto la contabilità dell’Inail per quelli mortali arriva a 657, mancano i morti sul lavoro di settembre e ottobre e sappiano che non sono tutte le vittime di incidenti sul lavoro, mancano quanti non sono assicurati dall’Istituto. Di prevenzione ci sarebbe bisogno eccome! “Siamo ancora sotto organico, dice Matteo Ariano della Fp Cgil, nonostante negli scorsi anni siano stati banditi concorsi sia per gli ispettori tecnici che per gli altri. I vincitori o non prendono proprio servizio o, se lo fanno, appena possono vanno altrove”.
Condizioni di lavoro, condizioni di salario
Il paradosso è proprio questo, Inl è l’ente dell’amministrazione centrale con le retribuzioni più basse ma gli addetti svolgono un lavoro di grande responsabilità e spesso in condizioni non agevoli, basti pensare che non hanno nemmeno i cellulari di servizio – dovrebbero arrivare solo nelle prossime settimane questa almeno è la promessa della ministra – è la beffa è che se da un lato sono gli stessi dipendenti a sperare nuove assunzioni, siccome il monte salario accessorio è invariato, la fetta che spetta a ciascuno è diminuita a fronte delle assunzioni dello scorso anno. “Ma le condizioni di lavoro sono davvero difficili – afferma Ariano – tanto che alcuni colleghi mi hanno detto che parteciperanno al concorso che a breve bandirà l’Agenzia per le entrate per 4500 posti, lavoro più tranquillo e meglio pagato. La verità che occorrerebbe pensare strategie per evitare le uscite”.
Le ragioni dello sciopero
Il primo presidio davanti al ministero del Lavoro risale al 2017 quando su quella poltrona sedeva Poletti, le rivendicazioni non sono cambiate per questo il 30 ottobre lavoratori e lavoratrici incroceranno le braccia e invece che nelle proprie sedie si ritroveranno davanti le prefetture delle proprie città.
Illustra Ariano: “Da tempo chiediamo di trasformare l’Inl in una vera Agenzia, dotata di piena autonomia, così da poter svolgere appieno i compiti cui è preposta e da riconoscerne il ruolo. Da tempo chiediamo che siano riconosciuti gli arretrati della perequazione dell’indennità di amministrazione, corrisposti ai dipendenti degli altri Enti del Comparto Funzioni Centrali”.
E già perché nonostante il governo si sia impegnato ad adeguare il salario dei dipendenti dell’Ispettorato a quello degli altri Enti centrali, nulla è stato fatto e loro sono ancora in attesa degli arretrati del triennio 2020-2022. Eppure l’Ispettorato è in attivo di ben 180 milioni di euro e per corrispondere gli arretrati del triennio ne servirebbero 36 al massimo.
Non solo questione di salario
Aggiunge, infatti, il sindacalista: “Da tempo chiediamo che una quota dei proventi delle sanzioni in materia di salute e sicurezza – tuttora inutilizzabili da parte di Inl – siano destinati, tramite apposito emendamento, al personale. Ciò anche al fine di evitare il dimezzamento della retribuzione accessoria che si verificherà già dal 2023 a seguito delle nuove assunzioni. Anche tale norma, non avrebbe alcun aggravio per l’erario, essendo già presenti nel bilancio dell’Inl ma (paradossalmente!) inutilizzabili. Da tempo chiediamo un aumento del salario accessorio, così che l’Inl possa attrarre e trattenere le tante professionalità di cui necessita. Da tempo denunciamo che l’informatizzazione di questo Ente, nonostante i tanti soldi spesi, non è ancora effettiva e non ne garantisce il pieno efficientamento”.
A rischio il diritto sindacale
Accade che due giorni prima dello sciopero la ministra del Lavoro invii una circolare ai dirigenti dell’Ispettorato chiedendo loro di comunicare ai prefetti “possibilmente entro le ore 9 del 30 ottobre” che la stessa ministra avrebbe rassicurato le rappresentanze sindacali che si impegnerà a risolvere la questione degli arretrati della perequazione, problema non causato da lei. Si dice arrabbiato e preoccupato Matteo Ariano, altro che rassicurazioni: “La ministra ha comunicato al tavolo sindacale che stanno ancora trovando la copertura finanziaria per il pagamento degli arretrati. Riguardo alle altre vicende, nulla di concreto è stato detto riguardo all'aumento del salario accessorio dei lavoratori e, addirittura, l'ex presidente dei consulenti del lavoro ha dichiarato di non sapere che il personale dell’Inl non è dotato di strumenti adeguati. A fronte di tutto questo, la mail di ieri ha carattere di minaccia e ricatto verso i dirigenti dell’Istituto. Una mail dal carattere antisindacale, a distanza di pochissimo tempo dallo sciopero”. E conclude: “Sappiamo bene che questo sciopero fa paura e difatti hanno provato a boicottarlo, senza riuscirci”.
Lo sciopero ci sarà
La domanda, allora che sorge spontanea è: ma Meloni, Calderone e gli altri ministri la lotta agli incidenti sul lavoro, così come più volte e con forza ha chiesto Mattarella, la vuole fare per davvero oppure no? E la seconda domanda è: azzerare il fenomeno del lavoro nero, del caporalato e delle illegalità, che spesso sono poi concause degli incidenti sul lavoro anche mortali è obiettivo di questo esecutivo oppure no? La risposta – purtroppo – sembra negativa visto anche che nonostante gli impegni presi con le organizzazioni sindacali nulla si è fatto. Ed allora ben venga questo sciopero.
La solidarietà di Landini
"Esprimiamo sostegno e solidarietà' alle lavoratrici e ai lavoratori dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro. Come Cgil, nell'ambito della mobilitazione di questi mesi, stiamo chiedendo un investimento straordinario sul pubblico, per garantire servizi e diritti alla cittadinanza". Lo ha affermato, in una nota, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini in occasione dello sciopero proclamato per la giornata di oggi per il personale Inl. "Le attività svolte ogni giorno dall'Ispettorato - prosegue Landini - sono essenziali per la tutela di lavoratrici e lavoratori, vessati da varie forme di illegalità e assenza di norme sulla rappresentatività sindacale, che ne condizionano e limitano l'esercizio di diritti. Per questo tutta la Cgil appoggia le lavoratrici e i lavoratori in questa vertenza, affinché - conclude il segretario generale della Cgil - vi sia finalmente un vero investimento da parte del Governo in termini di risorse, personale e strumentazione, per combattere seriamente le illegalità sul mercato del lavoro e ridurre in modo incisivo infortuni e morti sul lavoro".