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Commercio, turismo e servizi: nei nostri settori si concentrano le fasce di lavoratori, soprattutto donne e giovani, con le condizioni di maggiore povertà del reddito da lavoro, legata a contratti part time involontari, contratti a termine e lavoro discontinuo.
Sono lavoratrici e lavoratori che, dopo quasi due anni di pandemia, dove per molti il reddito è stato legato agli ammortizzatori sociali, hanno urgenza di avere risposte più concrete sul fronte fiscale. E al lavoro povero corrisponde una pensione povera. Per questo c’è bisogno di risposte diverse, avviando subito la discussione sulla pensione di garanzia per i giovani e i lavoratori discontinui, per riconoscere il lavoro di cura delle donne e le attività gravose o usuranti da cui sono rimasti esclusi molti lavoratori del terziario.
Se su pensioni e fisco non ci sono risposte tangibili per i giovani, le donne, i lavoratori più deboli, lo stato di precarietà non viene scalfito: questa condizione indica l’obiettivo di prospettiva più rilevante: il contrasto alla precarietà del lavoro e alle disuguaglianze, a cui dovrebbero rispondere la legge di bilancio e gli investimenti del Pnrr.
Ma le lavoratrici e i lavoratori, in particolare del turismo e dei servizi, vivono ancora una condizione di incertezza a causa della pandemia e pur in presenza, nella legge di Bilancio, di un intervento sul fronte degli ammortizzatori, non prevedere la proroga degli ammortizzatori in deroga “covid” in scadenza al 31 dicembre testimonia una disattenzione per ciò che sta avvenendo in questi settori, e soprattutto rischia di tradursi in maggiore difficoltà e precarietà proprio per le fasce di lavoro più deboli.