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Torna a essere alta la tensione all'ex Iva di Taranto, ora ArcelorMittal. Le segreterie e i coordinamenti provinciali di Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil e Usb hanno proclamato uno sciopero per giovedì 11 febbraio. La protesta è stata indetta contro la mancata integrazione salariale per circa 1.700 dipendenti, in attesa che il governo vari il 'decreto sostegno'. Sempre giovedì le parti sociali e i lavoratori cassintegrati, che non percepiscono l'integrazione da inizio anno, saranno in presidio nei pressi della Prefettura di Taranto e della sede della società.
L'obiettivo della mobilitazione dei metalmeccanici è chiaro: garantire il sostegno economico ai lavoratori e alle loro famiglie, già provati da un'annosa vertenza e da tante promosse. “È imprescindibile – spiegano i sindacati in una nota – e riveste particolare urgenza per il tramite della diretta gestione commissariale, definire un'ulteriore misura a carattere straordinario per il sostegno delle retribuzioni dei lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria, per i quali non è più possibile tollerare penalizzazione alcuna sul piano economico”.
I sindacati ricordano che la società si è adoperata per disporre “un'anticipazione straordinaria degli emolumenti” per l'arco temporale necessario a superare “il vuoto causato dal ritardo del decreto da parte del governo”. Fiom, Fim, Uilm e Usb così concludono: “Non possiamo più sopportare il pesante clima di incertezza sul futuro e sulle retribuzioni, che, a partire dai ritardi sul provvedimento di integrazione salariale e per tutte le ragioni legate al protrarsi della vertenza stessa dell'ex Ilva, ha esasperato gli animi e inquietato la fiducia verso il futuro”.