Il populismo secondo Valditara: le famiglie potranno - previo avallo del dirigente scolastico - chiedere la conferma del docente di sostegno agli alunni con disabilità assegnato nel precedente anno scolastico, che avrà dunque priorità assoluta rispetto al restante personale a tempo determinato. Tutto questo grazie al decreto il 32 del 26 febbraio 2025 appena trasmesso dal ministro dell’Istruzione e del merito.

Una trovata, appunto, populistica che tocca il nervo scoperto di tante famiglie in difficoltà a causa della mancanza di una seria e rigorosa politica di stabilizzazione del personale scolastico che proprio nel sostegno ha la sua punta massima, con 200 mila precari e ben 100 mila posti assegnati in deroga (spesso a fronte di ricorsi al Tar delle famiglie). Per non parlare del mercimonio dei relativi titoli di specializzazione acquistati magari all’estero, molto costosi e generalmente scadenti, che hanno permesso l’inserimento a pettine nelle graduatorie, danneggiando così chi ha invece conseguito una specializzazione seria.

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Il decreto è arrivato a fine febbraio, ma la storia di questa norma risale addirittura alle deleghe previste dalla famigerata “Buona scuola” (la legge 107/2016) ed è direttamente figlia del dl 71/04. Ma prima d’ora non gli si era dato corso.

Durissimo il commento della Flc Cgil che parla di “provvedimento molto grave, lesivo della trasparenza delle procedure di reclutamento e della libertà di insegnamento e funzionale a una idea di scuola intesa come servizio a domanda individuale e svalutata nella sua funzione educativa e didattica”.

Una norma che imbellettata dall’idea di venire incontro alle famiglie, in realtà rende manifesta, continua il sindacato di categoria della Cgil, “la totale inadeguatezza e incapacità del ministero di dare continuità all’offerta formativa attraverso la stabilità degli organici di sostegno e la soluzione adottata produrrà il solo risultato di generalizzare il lavoro precario sottoponendolo a una nuova ricattabilità”.

Da tempo il sindacato denuncia le grandi difficoltà del processo di inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità e che “consolidano in questo settore un livello inaccettabile di precarietà”, rispetto al quale è “prioritario un intervento serio e di prospettiva per garantire continuità educativa agli alunni con disabilità e continuità lavorativa ai docenti di sostegno”.

Un obiettivo, però, che andrebbe raggiunto non in questo modo “ma con la progressiva stabilizzazione dei posti in deroga e attraverso l’implementazione dell’offerta formativa dei percorsi di specializzazione attivati dalle università, favorendo l’accesso, riducendone i costi, adeguandola al fabbisogno regionale”.

Finora però dal governo non sono arrivate risposte adeguate: in legge di bilancio è stata decisa la stabilizzazione di appena 1.800 docenti di sostegno e un incontro col ministro (ormai il 6 novembre) di sindacati e comitati precari non ha delineato soluzioni di sistema.

Per questo motivo “la Flc Cgil si opporrà in ogni modo e con ogni forma di mobilitazione a questo decreto: dall'impugnativa del decreto stesso, alla tutela legale individuale dei docenti che saranno danneggiati dal provvedimento e scavalcati in graduatoria da colleghi scelti dalle famiglie”.