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La morte senza “risarcimento” di Giuliano De Seta costringe il governo a correre ai ripari. Il sistema dell’alternanza scuola-lavoro cambierà, così come la norma che ha impedito alla famiglia di Giuliano di ricevere un risarcimento per la morte del giovane diciottenne stagista. Il governo ha convocato i sindacati il prossimo 12 gennaio. De Seta, appena compiuti 18 anni, morì schiacciato lo scorso 16 settembre da una lastra di metallo di due tonnellate nell’azienda Bc Service di Noventa di Piave (Venezia). Ma l’Inail ha concesso ai genitori del ragazzo solo un assegno per le spese funebri. La rendita non è stata riconosciuta perché la morte non ha comportato la perdita della fonte primaria del reddito familiare, che in questo caso resta superiore alla soglia minima di legge prevista per i risarcimenti.
Correttivi urgenti
Da qui la convocazione dei sindacati. La norma sui risarcimenti “va cambiata immediatamente e lo faremo con il prossimo decreto a cui stiamo lavorando in questi giorni”, ha dichiarato la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone: “Il 12 gennaio ci sarà un tavolo tecnico sulla sicurezza e sui correttivi più urgenti alla normativa”. Sulla questione del risarcimento mancato, la ministra ha aggiunto: “Quando muore un giovane, durante un periodo di alternanza scuola-lavoro in azienda, è una grave sconfitta per il sistema creato a protezione della vita di ogni lavoratore. Ai genitori va tutta la mia vicinanza, consapevole che nessun risarcimento economico potrà mai lenire il loro dolore. Ma a questo si aggiunge il senso di profonda ingiustizia che deriva dal vulnus normativo esistente, che consente il risarcimento ai familiari solo quando a subire l'infortunio mortale è il principale percettore del reddito. Questa regola è in vigore da troppo tempo per sopravvivere ancora nel nostro ordinamento e ha riguardato tante altre famiglie in questi anni”.
Cgil: non fermarsi agli annunci
Per il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, si tratta di “un passo avanti importante”, ma “occorre accelerare e non fermarsi agli annunci”. Ciò che è davvero fondamentale e urgente, per la Cgil, è rendere totalmente sicuri gli ambienti delle aziende che ospitano studenti in formazione. Occorre escludere le fabbriche che presentano qualunque genere di rischio per le ragazze e i ragazzi. Inoltre, per garantire qualità e sicurezza dei percorsi formativi, la Cgil ritiene fondamentale individuare parametri di qualità e trasparenza a cui dovranno attenersi le imprese. È necessario stabilire la non obbligatorietà dei Pcto, i percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento (nome tecnico dell'alternanza scuola-lavoro). “Gli studenti non sono lavoratori e non devono correre alcun pericolo mentre maturano crediti formativi in azienda”, questo il principio su cui basarsi, ha dichiarato Ferrari al quotidiano La Stampa.
Un anno terribile
I Pcto sono stati introdotti nel 2015 dal governo Renzi. La norma, riformata nel 2018, prevede che tutti gli studenti delle superiori debbano svolgere stage lavorativi. Sono previste 90 ore di formazione per i licei, 150 per gli istituti tecnici e 210 per gli istituti professionali. Nell’ultimo anno, oltre a De Seta, sono morti altri due studenti nel corso di questi stage. Lo scorso gennaio 2022 Lorenzo Parellli è morto durante la formazione duale del suo istituto professionale. A febbraio è morto Giuseppe Lenoci, a Fermo, in un incidente a bordo del furgone dell'azienda dove stava lavorando.