Tutto confermato, sia gli esuberi sia la vendita dello stabilimento. Nell’incontro di giovedì 14 novembre (presso la sede della Regione Toscana) la Targetti Sankey di Firenze, azienda di illuminotecnica di alta gamma fondata nel 1928 e dal 2017 di proprietà della 3F Filippi di Bologna, ha ribadito il proprio piano industriale presentato il 7 novembre scorso.

Il piano prevede nei prossimi mesi la chiusura della produzione e la vendita dello storico stabilimento fiorentino, con la conseguente riduzione del personale da 90 a 40 lavoratori. I 50 esuberi sono tutti nel settore produzione, che sarà svolta esclusivamente nell’impianto di Nusco (Avellino). Per i 40 lavoratori (tutti impiegati) che resterebbero, secondo le dichiarazioni dell'azienda, sarebbe previsto il mantenimento di una sede in un luogo ancora da definire.

Immediata e veemente è stata la protesta, con uno sciopero di otto ore (indetto da Fiom Cgil e Fim Cisl) che si è tenuto venerdì 8 novembre, con presidio davanti ai cancelli della fabbrica e conferenza stampa pubblica, cui nei giorni seguenti sono proseguiti stop a scacchiera.

Esuberi Targetti: Fiom, dall’azienda nessuna apertura

“È inaccettabile che l’azienda da una parte parli di licenziamenti e dismissione, dall’altra dica che ha ordinativi fino ai prossimi mesi”, spiega una nota della Fiom Cgil territoriale: “Come può non prendere in considerazione la possibilità di ricorrere ad ammortizzatori sociali né gli impegni istituzionali per un rilancio vero?”.

La Fiom sottolinea che “se l’intento è quello di dismettere e fare una speculazione del marchio e immobiliare, allora l’azienda metta a disposizione l’attività per esplorare possibili investitori che credono ancora nella possibilità di sviluppo di Targetti nel mondo. Intanto andiamo avanti con la mobilitazione”.

Le istituzioni, conclude la categoria Cgil, hanno “messo in campo tutti gli strumenti per sostenere e lavorare assieme a un piano di rilancio industriale ed economico dell'attività, a condizione che l'azienda tornasse indietro sui licenziamenti e sulla dismissione della produzione. Nonostante tutte le aperture prefigurate l'azienda non ha voluto discutere alcuna diversa impostazione”.

3F Filippi: crisi rischia di essere irreversibile

“Il piano mira a salvaguardare e rilanciare Targetti quale marchio di eccellenza del made in Italy, valorizzandone la storia e il know-how”, spiegava l’azienda in una nota ufficiale diffusa l’11 novembre, sottolineando che servirà a renderla “capace di agire sull'arena internazionale con prodotti innovativi e competitivi in termini di costi e performance”.

Per la 3F Filippi le misure previste “rappresentano l'unica alternativa possibile a una situazione di crisi ormai perdurante negli anni e confermata anche nell'ultimo periodo (dal 2021 a oggi), che, in assenza d’interventi, rischia di essere presto irreversibile”. Il 2024, argomentava l’azienda, si chiuderà “con una perdita rilevante, ulteriormente peggiorativa rispetto ai non brillanti risultati fatti registrare negli ultimi anni”.

Riguardo i lavoratori, gli interventi “sugli organici della struttura produttiva saranno, in ogni caso, accompagnati da misure di tutela occupazionale che puntano alla ricollocazione professionale, anche all'interno del gruppo”. L’azienda, infine, ribadiva la propria “disponibilità a collaborare con tutte le parti interessate al fine d’individuare e mettere in campo le possibili soluzioni che possano garantire, da un lato, la massima salvaguardia occupazionale e, dall'altro, il rilancio dell'azienda per il necessario superamento delle attuali difficoltà”.