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Si sono aperte oggi (martedì 10 settembre) a Roma, presso la sede di Confindustria, le trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dell'industria alimentare 2019-2023. Il ccnl scade il 30 novembre prossimo e interessa circa 400 mila lavoratrici e lavoratori, suddivisi in oltre 36 mila aziende grandi e piccole.
I segretari generali di Fai, Flai e Uila, Onofrio Rota, Giovanni Mininni, Stefano Mantegazza, nel presentare la piattaforma unitaria alle parti datoriali, hanno voluto sottolineare come “con questo rinnovo vogliamo incrementare le tutele, migliorare le condizioni di vita e di lavoro, a partire da sicurezza, inclusione, conciliazione dei tempi di vita e lavoro, formazione e vogliamo redistribuire adeguatamente tra i lavoratori del settore la ricchezza prodotta nell’alimentare, anche cogliendo la sfida dell’innovazione e della digitalizzazione”.
I sindacati, sottolineando che la crescita su export, fatturato, produttività e occupazione descrivono un settore in salute e dalle grandi potenzialità, hanno espresso la convinzione che le richieste in Piattaforma non siano esose. “La richiesta di aumento salariale di 205 euro è stata definita importante – dichiarano Rota, Mininni e Mantegazza – e sicuramente lo è, come importante è il settore, le sue performance e le sue potenzialità. Riteniamo la nostra richiesta giusta e coerente rispetto allo stato del settore. Condividiamo con la controparte l’obiettivo di condurre un negoziato rapido e basato sui contenuti, caratterizzato dal buonsenso, dalla ricerca della mediazione e dalla determinazione necessaria per raggiungere un buon risultato per i lavoratori”.
A confermare la volontà di procedere velocemente nelle trattative, le parti hanno fissato 4 nuovi incontri tematici, già dalla prossima settimana, e una nuova plenaria convocata per il 23 ottobre.
Il negoziato tra i sindacati e Federalimentare parte dalla piattaforma unitaria presentata da Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil. Tra le richieste indicate dai sindacati l'aumento salariale di 205 euro, l'orario di lavoro in relazione anche allo smart working, la conciliazione dei tempi di vita e lavoro. Inoltre, facendo riferimento alla 'comunità di sito', composta sia da lavoratori alle dirette dipendenze dell'azienda sia da dipendenti di ditte terze, i sindacati propongono di definire una parte specifica del ccnl che possa ricomprendere questi lavoratori nel suo campo di applicazione. Inoltre, i temi della sicurezza e della formazione professionale.
“Un fatturato di 140 miliardi nel 2018, export con valori positivi e in crescita nell'ultimo semestre, occupazione che cresce del 6 per cento, dal 2015 al 2018: sono questi i numeri del settore alimentare. Abbiamo quindi le carte in regola per aver presentato piattaforme con richieste importanti, perché importante è il settore e le sue potenzialità”. Così il segretario generale della Flai Cgil Giovanni Mininni ha ricordato lo stato del settore e le richieste del sindacato intervenendo giovedì 5 settembre a Roma, al Teatro Brancaccio, all'assemblea di circa 1.200 delegate e delegati dell’industria e della cooperazione alimentare giunti da tutta Italia. “Le richieste contenute nelle piattaforme – ha aggiunto – le vogliamo conquistare una a una, dall’aumento salariale all’orario di lavoro, alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro alla comunità di sito, fino ai temi della sicurezza, solo per ricordare alcune nostre priorità".
Con il rinnovo Flai, Fai e Uila intendono “incrementare le tutele, migliorare le condizioni di vita e di lavoro, redistribuire adeguatamente la ricchezza che si sta generando nel comparto alimentare”. Le due piattaforme affrontano numerosi temi: dalle relazioni industriali (si chiede l’avvio di percorsi sperimentali volti a introdurre forme di partecipazione dei lavoratori alle scelte strategiche delle imprese e di prevedere tutele adeguate in caso di cambio d’appalto) allo sviluppo professionale, dall'organizzazione del lavoro (con l’affermazione del diritto soggettivo alla formazione e la proposta di almeno otto ore di formazione continua annua per tutto il personale) alla formazione, dal mercato del lavoro (si sollecita l’ampliamento a tutte le forme di contratti a termine del diritto di precedenza) all’orario, dalla staffetta generazionale alla salute e sicurezza (la proposta è di incrementare di otto ore mensili le agibilità sindacali degli Rls e di istituire una giornata dedicata a questa materia).
Per quanto riguarda il salario, i sindacati rivendicano un aumento di 205 euro nel quadriennio. “La scelta di un simile incremento trova fondamento nelle straordinarie performance del settore alimentare che, in questi anni, ha raggiunto risultati che non hanno eguali negli altri settori del manifatturiero italiano”, spiegano i sindacati, rimarcando che “nel 2018 il made in Italy agroalimentare nel mondo ha toccato i 41 miliardi di euro, aumentando del 2,5 per cento, nonostante le tensioni tra Stati Uniti e Cina abbiano comunque rallentato la crescita rispetto all'anno precedente”. Flai, Fai e Uila, infine, ricordano che “il prossimo contratto avrà validità quattro anni, un periodo lungo in cui è necessario difendere il potere d’acquisto delle retribuzioni e aumentare la capacità di spesa di lavoratrici e lavoratori”.