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Oggi, lunedì 16 maggio, nel territorio di Fabriano (in provincia di Ancona) ci saranno 245 disoccupati in più (485 in totale, fra Marche e Umbria). Ieri sono finiti definitivamente gli ammortizzatori sociali conservativi per i dipendenti della Indelfab (ex Jp Industries).
"Finisce così un pezzo di storia dell’industria italiana e scompare definitivamente un comparto del distretto del bianco che aveva reso l’area montana della provincia di Ancona una zona di benessere diffuso, oggi scenario di depressione sociale, abbandono, spopolamento e desertificazione industriale. Dobbiamo prendere atto che, dal fallimento dell’Antonio Merloni, un progetto industriale vero e proprio non si è mai concretizzato e questo è il fallimento di tutti, a cominciare da chi si era impegnato a individuare partner, progetti, strumenti per un rilancio occupazionale che forse non era impossibile", si legge in un comunicato della Fiom Cgil di Ancona.
"Le uniche persone a non aver fallito restano i dipendenti Indelfab, sempre disposti a fare sacrifici, a rinunciare a pezzi di salario, disponibili a riprendere il lavoro anche quando sapevano che la retribuzione non ci sarebbe stata, per provare comunque in tutti i modi a sostenere i progetti che di volta in volta venivano presentati, nella speranza di poter avere, dopo tanti anni di cig, un lavoro dignitoso anche da lasciare alle generazioni future. Da oggi, quel sogno non esisterà più e, oltre a cattedrali nel deserto, memorie di una storia perduta, restano solamente due anni di disoccupazione, in un territorio troppo spesso incapace di riconvertirsi e rilanciarsi, cosa che invece stanno facendo le persone anche a condizioni di minor salario e minori tutele, perché questo è quello che resta quando fallisce un’azienda storica", conclude la nota sindacale.
“Un fallimento delle istituzioni, della politica, dell'imprenditoria, non certo dei lavoratori che in questi anni hanno provato in ogni mondo e con ogni sacrificio a mantenere aperta una speranza di futuro per un'azienda storica e fondamentale per il territorio della fascia appenninica, come la ex Antonio Merloni”. Ad affermarlo è Marco Bizzarri, segretario generale della Fiom Cgil di Perugia, nel giorno in cui i 240 addetti Indelfab dello stabilimento di Colle di Nocera, così come i loro colleghi marchigiani di Fabriano, escono definitivamente dal perimetro aziendale e diventano disoccupati. “È davvero grave che in tutti questi anni e avendo speso ingenti risorse pubbliche sia per gli ammortizzatori che per ipotetici accordi di programma – continua Bizzarri – non si sia riusciti a disegnare un futuro occupazionale e produttivo in questo territorio, dove meno di 20 anni fa quasi 2000 persone vivevano di industria e lavoro. Ma la sconfitta di oggi non può e non deve rappresentare un disimpegno, di certo non lo rappresenta per la Fiom – conclude Bizzarri –. Le istituzioni locali, regionali, nazionali devono farsi carico di non abbandonare la fascia appenninica al suo destino di spopolamento e impoverimento, sfidando l'imprenditoria, se c'è, a investire e scommettere su un territorio che ha ampiamente dimostrato in passato di poter essere protagonista di sviluppo e crescita economica”.
“È la fine di un'epoca - aggiunge Luciano Recchioni, storico delegato Merloni per la Fiom Cgil - si sono succeduti governi, amministrazioni e imprenditori, ma tutto è rimasto fermo. Oggi ci ritroviamo con lo stabilimento deserto, solo la parte della mensa, che è stata venduta, sarà riconvertita. La situazione è drammatica, perché molti lavoratori avranno difficoltà a trovare una nuova occupazione con effetti che rischiano di essere spaventosi sullo spopolamento del territorio della fascia appenninica. Ecco perché questo territorio non può essere lasciato solo”.