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Quattro morti sul lavoro in 24 ore: è questo il tragico bilancio del 24 aprile. Non lontano, purtroppo, dalla media nazionale che conta tre vittime al giorno. Un operaio di 65 anni è stato travolto e ucciso da un furgone mentre era impegnato con una squadra in un terreno agricolo a Sestu, in provincia di Cagliari. Al porto di Livorno, un operaio 51enne ha perso la vita a bordo di una nave della compagnia Moby, attraccata alla Calata Carrara, mentre stava effettuando delle manovre alla guida di un muletto nel garage della nave. A Savigliano (Cuneo) la vittima è un artigiano di 44 anni, impegnato nel taglio di alcuni tubi del vecchio impianto di riscaldamento che si trovava su un cestello nell'ex capannone Origlia; infine a Salerno è deceduto un uomo di 54 anni, originario di Ravello, travolto da un montacarichi che si è staccato all’improvviso.
“È un dramma che continua in settori diversi”, ha commentato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini: “Un dato inaccettabile e che purtroppo vede infortuni e malattie professionali in aumento. Bisogna sconfiggere la cultura che vede la sicurezza solo come un costo. Si muore ancora come si moriva 50 anni fa, nonostante nuove tecnologie e digitalizzazione. È la precarietà che uccide ed è stato un errore la scelta del governo che ha tolto risorse alla formazione per abbassare i contributi Inail. E poi bisogna rafforzare gli organi ispettivi”.
“Non possiamo continuare ad assistere inermi a questa lunga scia di sangue”, aggiunge il segretario nazionale della Filt Cgil Natale Colombo parlando dell’incidente mortale accaduto al porto di Livorno. “Il governo e gli enti preposti alzino ulteriormente la guardia sul tema della sicurezza sul lavoro si rende necessaria anche un’iniziativa forte. Governo e istituzioni vanno incalzati – prosegue il dirigente nazionale della Filt – per emanare provvedimenti ad hoc, a partire dall'armonizzazione delle leggi 271 e 272 del 1999 con il Testo Unico su salute e sicurezza. In questo contesto va sviluppata necessariamente la prevenzione che va attuata con formazione continua ed investimenti mirati perché il lavoro deve essere sicuro, sempre”.
Adesso è il momento del lutto e dello stringersi ai familiari del lavoratore deceduto, “ma nei prossimi giorni – afferma Colombo – valuteremo il da farsi, anche unitamente a Fit Cisl e Uiltrasporti, non escludendo il ricorso a una importante iniziativa nazionale, compreso lo sciopero, perché il tema della sicurezza sul lavoro diventi un valore su cui investire ulteriormente anche l’azione sindacale”. Infine, conclude Colombo, “avanzeremo anche il necessario maggiore coinvolgimento delle Capitanerie di porto affinché la loro azione di controllo e vigilanza possa contribuire a rafforzare tutte le azioni utili a scongiurare ulteriori vittime”.