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"La lotta di Liberazione nel Mezzogiorno è la lotta di chi è dovuto emigrare per poter lavorare. Grazie alla battaglia fatta da uomini come Liborio Baldanza, metalmeccanico e antifascista, abbiamo la Costituzione di oggi. La destra al governo deve fare i conti con la nostra storia repubblicana e applicare la Costituzione. I metalmeccanici hanno sempre difeso la democrazia nel nostro Paese, salvaguardando l'industria, il lavoro e la contrattazione per assicurare un futuro migliore. Abbiamo bisogno di ricostruire legami di solidarietà fra le persone che per vivere devono lavorare". Lo hanno dichiarato Michele De Palma, segretario generale Fiom Cgil e Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom Cgil e coordinatore nazionale Fincantieri, intervenendo all'intitolazione di una sezione Anpi dedicata a Liborio Baldanza all’interno dei Cantieri Navali di Fincantieri di Palermo. In collegamento da Sesto San Giovanni la nuora Flavia Giuliani Baldanza.
"Intitolare qui una sezione Anpi – continuano De Palma e Lodi - significa tramandare il valore della Resistenza e della lotta di Liberazione dal nazifascismo alle generazioni che verranno. Il governo – hanno aggiunto - deve investire su Fincantieri, a partire dal cantiere navale di Palermo, perché nel Mezzogiorno è indispensabile aumentare l'occupazione con particolare riguardo alle donne e ai giovani".
Quella dei Cantieri Navali di Palermo è una delle prime sezioni dell’Anpi costituite in Italia nei luoghi di lavoro. “L’iniziativa – spiegano i segretari generali di Fiom Palermo e Cgil Palermo, Francesco Foti e Mario Ridulfo e le Rsu Fiom Fincantieri Serafino Biondo e Giancarlo Macchiarella - rientra tra le attività del protocollo sottoscritto a settembre tra Cgil e Anpi, per costituire in ogni luogo di lavoro le sezioni dell’Anpi, per divulgare anche tra i lavoratori, così come facciamo con le iniziative di lavoro e di educazione nelle scuole e nelle piazze, i principi e i valori della giustizia sociale, della democrazia, della libertà, della solidarietà, della pace, del lavoro”.
Liborio Baldanza, metalmeccanico e antifascista
Liborio Baldanza metalmeccanico, antifascista, difensore degli ideali di libertà, fu deportato nei lager nazisti e morì a Mautahusen il 3 aprile 1945. Originario di Geraci Siculo lavorò ai Cantieri Navali 120 anni fa. Iniziò giovanissimo: fu assunto a 15 anni e 8 mesi e vi rimase fino ai 18 anni, quando partì per il servizio militare.
“Liborio Baldanza – ha ricordato Armando Sorrentino, rappresentante dell’Anpi Palermo - assunse nel suo lavoro il nome di Libero, nome di libertà e di progresso, e coniugò sempre il lavoro alla militanza, riuscendo a lavorare anche sottoposto a vigilanza, al carcere e alle restrizioni. Le aziende dove lavorò, dalla Breda a Magneti Marelli, avevano bisogno della sua capacità e del suo lavoro. Questa è la grande tradizione dei metalmeccanici italiani e oggi qui ricordiamo il metalmeccanico e il partigiano”.
Presente alla cerimonia anche Giuseppe Vetro, autore del libro “Se tutti vanno via”, che ricostruisce la storia di Baldanza. “Baldanza entrò a 15 anni come operaio calderaio ai Cantieri Navali di Palermo, ora rientra con un’altra veste – ha detto Vetro -. Importante oggi fare conoscere questo nome, dentro questo posto di lavoro, alle nuove generazioni di lavoratori. Perché Baldanza fu maestro di vita per i giovani. Mentre lavorava nelle grandi aziende del Nord, preparò la generazione cresciuta sotto il fascismo alla lotta armata nelle formazioni partigiane”.
Baldanza, contemporaneamente al lavoro nei Cantieri Navali, lavorava per la centrale elettrica tranviaria della Italo Belga a piazza Croci, e contemporaneamente frequentava una scuola serale. Tra l’aprile 2019 e il gennaio 2020 sono state poste due pietre d’inciampo in suo ricordo, con l’intervento dell’artista tedesco Gunter Demnig, coinvolto nell’iniziativa di Palermo dal giornalista e divulgatore della memoria della Shoah Leone Zingales. Le due pietre d’inciampo si trovano una all’ingresso dei Cantieri Navali e l’altra a Geraci, davanti all’abitazione di Baldanza.
In apertura il collegamento con Flavia Baldanza, nuora di Liborio. “Mio marito Dimitri, il figlio di Liborio, è deceduto da poco e quindi io raccolgo la sua eredità per ricordare la lotta antifascista, la vita, la deportazione e la morte nel lager – ha detto Flavia Giuliani Baldanza, ringraziando Fiom, Cgil e Anpi per l’iniziativa -. Nel momento storico in cui stiamo vivendo, con il governo attuale e le figure istituzionali che tendono a rimuovere il tragico passato del nostro Paese, ritengo importante più che mai mantenere viva la memoria delle persone che si sono battute contro la dittatura fascista per la riconquista della democrazia”.
“Liborio – ha aggiunto - ha appreso i primi rudimenti della politica proprio nei Cantieri Navali di Palermo dove ha lavorato giovanissimo e dove ha trovato buoni maestri che l'hanno aiutato a sviluppare quegli ideali di uguaglianza, di libertà, di rispetto delle persone e del lavoro che l'hanno accompagnato per tutta la sua breve vita coraggiosa ed eroica. È grazie a lui e a migliaia di altri antifascisti che hanno lottato nonostante avessero la consapevolezza di rischiare la vita, che dobbiamo la libertà di cui godiamo e sulla quale bisogna continuare a vigilare ogni giorno”.
La giornata si è conclusa con le assemblee con i lavoratori in preparazione della manifestazione del 20 maggio a Napoli.