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Nasce una nuova era di strettissima collaborazione e condivisione dei dati tra l’Inail e i patronati del Ce.Pa. Ad ascoltare gli interventi dei dirigenti dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, all’indomani della firma del nuovo protocollo, arrivata il 6 marzo scorso dopo 12 anni dal precedente, fioccano i riconoscimenti al ruolo essenziale del patronato per migliorare la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori e gli inviti a lavorare gomito a gomito per agevolare le procedure di riconoscimento delle prestazioni previste dalle normative vigenti.
Lo dice con chiarezza Agatino Cariola, direttore centrale Rapporto assicurativo Inail, la cui esperienza e autorevolezza nell’ambiente è sottolineata dal lungo applauso iniziale nel parlamentino dell’Istituto a via IV novembre a Roma, pieno in ogni ordine di posto, nell’occasione del convegno organizzato il 15 maggio.
“Il protocollo nasce da una visione del patronato, che ho sempre condiviso, come una delle gambe del nostro welfare, non come un soggetto antagonista all’Inail. E il primo elemento all’interno di questo protocollo che supporta questa visione è la condivisione delle informazioni: il welfare lo gestiamo condividendo le informazioni”.
“Io – ha continuato Agatino Cariola –, a un lavoratore che mi comunica un problema, la prima cosa che dico è: sei già stato al patronato? I patronati, quelli seri, hanno un ruolo strategico: per questo devono intensificarsi gli incontri di approfondimento, gli scambi, soprattutto tra le parti tecniche, i medici in primis. Per cui la formazione diventa fondamentale e questo presuppone scambi continui per la crescita di tutti”.
“Io non riesco a concepirvi come avversari – ha detto ancora il dirigente dell’Inail –: per il ruolo che ho dovrei invitare il cittadino a venire direttamente allo sportello, ma per pratiche complesse da istruire ritengo che sia essenziale passare dal patronato. Da questo nascono novità importanti come il cassetto digitale: non ci sono documenti che l’istituto può negare su richiesta di chi ha avuto dall’assistito il mandato di patrocinio, anzi, personalmente, abolirei pure la necessità di presentare la richiesta preventiva. Per me i dati sanitari dovrebbero essere accessibili ai patronati che hanno ricevuto il mandato”.
Anche per Guglielmo Loy, presidente Civ Inail, il consiglio di indirizzo e vigilanza dell’istituto, il ruolo dei patronati resta centrale nella lotta per la tutela dei lavoratori dal rischio, proprio perché di fatto sono gli unici “soggetti di prossimità, i più vicini alle imprese e ai lavoratori, con una diffusione capillare delle sedi e un patrimonio di esperienza ineguagliabile” di fronte ai milioni di luoghi di lavoro che ogni mattina si riempiono di persone e che sarebbe impossibile, nonostante le norme, monitorare e tutelare, persino se crescesse anche in misura adeguata il numero degli ispettori e si migliorassero le procedure di controllo e monitoraggio.
La mattinata dei lavori era stata aperta dal presidente di turno del Ce.Pa., il Centro Patronati composto da Acli, Inca Cgil, Inas Cisl e Ital Uil, Giuliano Zignani, presidente del patronato Ital Uil, le cui parole, richiamate e condivise da tutti, hanno posto l’accento sul drammatico momento storico che sta attraversando il nostro Paese sul fronte della salute e sicurezza sul lavoro. “Bisogna cominciare – ha detto Zignani – a mettere al centro l'uomo e non il profitto. Chi manomette un macchinario per produrre di più facendo morire stritolata una lavoratrice compie un omicidio e va punito. Ogni anno oltre 1.000 lavoratori perdono la vita e i familiari si rivolgono ai patronati per avere assistenza e noi dobbiamo darla. Grazie al protocollo la tecnologia ci aiuterà con il cassetto digitale dove noi, come patronati, potremo accedere per visionare tutta la documentazione amministrativa e medica per poter portare avanti il percorso dei riconoscimenti e delle malattie professionali”.
La relazione di Michele Pagliaro, presidente dell’Inca Cgil
Concetti ripresi dalla relazione del presidente dell’Inca Cgil, Michele Pagliaro (potete ascoltare le sue parole qui), che ha posto l’accento su l’obiettivo comune del protocollo, dare risposte adeguate e tempestive agli assicurati e garantire l'uniformità della tutela e dell'azione amministrativa su tutto il territorio nazionale. “Dodici anni – ha spiegato Michele Pagliaro – sono tanti e in questo lasso di tempo sono avvenuti tanti cambiamenti. Per questo uno dei punti fondamentali del nuovo protocollo è la tecnologia. Abbiamo provato a coniugare una sinergia maggiore fra patronati e istituto e a rendere più fruibile e accessibile i servizi e le prestazioni di Inail. Siamo di fronte – ha osservato il presidente dell’Inca Cgil – a uno scenario nuovo e la tecnologia è uno strumento che può aiutarci. L'obiettivo è quello di riconoscere appieno le malattie professionali che restano un problema per il Paese. Infatti, nei primi tre mesi dell'anno le patologie da lavoro sono cresciute del 24,5% e avrebbero bisogno di un nuovo impulso da parte di tutti gli attori coinvolti nella tutela nei luoghi di lavoro perché, comunque, serve costruire una nuova cultura della sicurezza che in questo Paese è molto deficitaria”. Pagliaro alla fine del suo intervento ha lanciato una provocazione, ripresa da Guglielmo Loy, sulle risorse dell’Inail che andrebbero investite – di più e in modo più efficace – per migliorare la tutela dei lavoratori.