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La raccolta di firme per i referendum popolari sul lavoro promossi dalla Cgil, in Emilia-Romagna, “sta andando molto bene: siamo arrivati quasi a quota 52.000 firme, soprattutto a livello cartaceo ma anche online, e lo interpretiamo come un segnale di attenzione altissima verso i nostri quattro quesiti”. A dirlo, nel corso di una conferenza stampa, è stato il segretario generale regionale della Cgil, Massimo Bussandri, incontrando i giornalisti insieme al responsabile organizzativo del sindacato, Gianluca Zilocchi. Il Jobs Act, ha spiegato Bussandri, “ha segnato un punto di frattura indelebile con il mondo del lavoro, visto che fa sì che un lavoratore possa essere licenziato anche se ha ragione”.
Nello specifico, “abbiamo raccolto in Emilia-Romagna poco meno di 52.000 firme finora, di cui 44.700 in cartaceo e quasi 7.000 online. È un dato in costante crescita, stiamo controllando ogni tre giorni dal 25 aprile”. Nell’ultima rilevazione c'è stato un picco di 9.000 firme per un andamento “in progressione geometrica”.
Massimo Bussandri passa in rassegna tutte le firme di personalità note raccolte sul territorio: dal sindaco Matteo Lepore al professor Gianfranco Pasquino a Bologna, al giuslavorista Piergiovanni Alleva, passando per il filosofo Stefano Bonaga e lo scrittore Loriano Macchiavelli a San Lazzaro di Savena, a fianco di Elly Schlein a Forlì, di Pierluigi Bersani e Moni Ovadia a Piacenza, Max Collini a Reggio Emilia.