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In Emilia-Romagna continua e si rafforza l’impegno per garantire legalità, qualità del lavoro e sicurezza sul lavoro negli appalti pubblici: sono questi i contenuti del verbale recentemente sottoscritto tra la Regione Emilia-Romagna, l’Agenzia Intercent-ER e i sindacati confederali regionali.
A seguito della presentazione della programmazione delle attività del 2024 da parte della centrale di committenza regionale, Cgil Cisl e Uil hanno infatti richiesto di aggiornare i contenuti del Protocollo appalti alle novità introdotte dal nuovo Codice degli Appalti, ottenendo una disponibilità importante da parte dell’Amministrazione regionale.
Un percorso che in Emilia-Romagna parte da lontano: risale al 2017 il primo accordo che sanciva diritti e tutele negli appalti della sanità, poi confermato e integrato dal Protocollo sottoscritto nel 2021 che ha esteso la sua azione a tutti gli appalti regionali e arricchito infine nel 2022 da un Allegato che per ogni attività in appalto definisce il contratto nazionale di riferimento.
“Questo accordo – spiega Paride Amanti della segreteria della Cgil Emilia-Romagna – rappresenta un importante risultato che conferma la qualità della contrattazione regionale in materia di appalti, perché neutralizza gli aspetti negativi del nuovo Codice (a partire dall’esclusione del subappalto a cascata) dando invece piena attuazione alle conquiste ottenute dal sindacato in questi anni”.
I punti salienti del protocollo
Molti sono i punti significativi dell’Addendum: la definizione della corretta applicazione contrattuale e l’obbligo di applicazione dei contratti nazionali collettivi edili nei lavori, una robusta clausola sociale per garantire la stabilità occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori interessati da cambi d’appalti, il secco no al subappalto a cascata e la regolazione stringente del sistema dei subappalti, la formazione per la sicurezza sul lavoro da realizzare fin dal primo giorno di lavoro, il contrasto a ogni illegalità e a ogni tentativo di infiltrazione da parte della criminalità organizzata.
“Tutto ciò – chiosa Amanti – in una cornice in cui al centro c’è sempre di più la contrattazione d’anticipo come strumento principale di azione sindacale per incidere davvero negli appalti e difendere al meglio i diritti di chi lavora”. Un’azione che si inserisce pienamente nella sfida lanciata dalla Cgil con i referendum per il lavoro stabile, sicuro, dignitoso e tutelato.
“Per raggiungere gli obiettivi che la Cgil si è data – continua Massimo Bussandri, segretario generale della Cgil regionale – il sistema degli appalti deve essere al centro della nostra azione: troppo spesso negli appalti e nei subappalti si annidano precarietà, lavoro povero e illegalità che devono essere contrastati con ogni mezzo. Non è un caso se molti infortuni e infortuni mortali avvengono nel sistema degli appalti e non è un caso che tutte le stragi del lavoro di quest’ultimo anno e mezzo si siano verificate nelle infinite catene dei subappalti a cascata. Qualificare gli appalti pubblici è necessario per tutto il sistema: serve a garantire servizi e lavori pubblici di qualità e un lavoro di qualità per le migliaia di lavoratrici e lavoratori che svolgono funzioni fondamentali per la tenuta dei servizi pubblici. E serve anche per spingere il privato a percorrere questa strada, mettendo al bando caporalato, lavoro nero, grigio e irregolare come abbiamo rivendicato lo scorso fine settimana nell’importante manifestazione nazionale di Latina”.
Proprio dalla piazza di Latina la Cgil ha alzato un forte grido di rabbia, rivendicando il superamento di un sistema di fare impresa che sfrutta e uccide le persone e rilanciando una mobilitazione permanente per la libertà nel lavoro e la giustizia sociale, con l’utilizzo di ogni strumento democratico: la piazza, lo sciopero, la solidarietà, la contrattazione collettiva, il contenzioso giuridico e il ricorso ai referendum per abrogare leggi balorde e sbagliate.
“Sono problemi che riguardano anche l’Emilia-Romagna – conclude Bussandri –. Anche nella nostra regione ci sono sacche intollerabili di lavoro povero e sfruttamento. L’Addendum sottoscritto è un passaggio importante che valorizza il percorso compiuto in questi anni: con i Protocolli sottoscritti dal 2017 a oggi e con il Patto per il Lavoro e per il Clima abbiamo reso legalità, lavoro e sicurezza priorità dell’azione regionale. Ora occorre rilanciare ancora la nostra azione perché non ci può essere una regione che viaggia a due o più velocità. Dopo le elezioni regionali servirà una manutenzione forte del Patto per il Lavoro e per il Clima che metta al centro il contrasto al lavoro povero e alla precarietà, a partire proprio dal sistema degli appalti. Avremo in questo senso un obiettivo fondamentale: portare le tutele e i diritti conquistati negli appalti pubblici anche negli appalti privati”.