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“Il Coordinamento nazionale della Funzione Pubblica della Cgil-Ispettorato Nazionale del Lavoro segnala che in vari uffici territoriali dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro (Ispettorati d'area metropolitana-Iam e Ispettorati territoriali del lavoro-Itl) si starebbe definendo una programmazione della vigilanza tenendo separata la programmazione della vigilanza tecnica (quella destinata a verificare le irregolarità in azienda per quanto attiene la salute e la sicurezza sul lavoro) da quella ordinaria del lavoro (che attiene alla verifica del rispetto della normativa che riguarda le condizioni di lavoro)”. L’allarme arriva dalla Cgil di Roma e del Lazio che lo scrive in una nota.
“Ciò starebbe avvenendo, secondo evidenze da verificare, sulla base di indicazioni verbali ricevute dalla Direzione Generale dell'Istituto: se tale scelta – già di per sé estremamente grave –fosse confermata – scrive il sindacato – si tratterebbe di una scissione pericolosissima della vigilanza, che rimetterebbe indietro di decenni quest’attività. Ora che finalmente sono arrivati centinaia di ispettori tecnici (e altre centinaia dovrebbero arrivarne), ora che finalmente si potrebbe programmare una vigilanza integrata all'interno dello stesso Ente, dimostrando in modo compiuto e concreto l'importanza di una vigilanza a 360 gradi e non per compartimenti stagni, si va invece nella direzione opposta”.
Secondo la Cgil, “le stragi sul lavoro di questi mesi (Brandizzo, Firenze, Suviana e da ultimo Casteldaccia) dimostrano la necessità di programmare insieme la vigilanza del lavoro e quella tecnica perché quelle stragi evidenziano come l'inosservanza delle norme di sicurezza e il mancato rispetto di quelle relative all'inquadramento di chi lavora o la genuinità degli appalti viaggiano quasi sempre insieme. Cosa si vuol fare? Questa scelta sarebbe purtroppo in continuità con quella di indebolire l'accertamento dei reati corruttivi e della Magistratura in generale, ridurre i controlli e ridurre la possibilità di perseguire i reati connessi. Si intende anche depotenziare quegli organismi che possono garantire il diritto (universale) alla salute e alla sicurezza di chi lavora? Come Cgil di Roma e del Lazio, nell'appoggiare quanto il Coordinamento nazionale della Funzione Pubblica della Cgil-Inl sta predisponendo – conclude la nota – non possiamo non esprimere tutta la nostra contrarietà verso tale prassi”.