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Il dottor Maurizio Atzori, giudice delegato del Tribunale di Bologna, con decreto del 12 gennaio 2024 ha accolto l’istanza cautelare di estensione del sequestro del marchio a tutto l’asset societario di La Perla Management UK, con nomina dei custodi Prof. dott. Luca Mandrioli e Dott. Andrea Monari per la gestione della società. Lo affermano in una nota Stefania Pisani, Filctem Cgil Bologna, e Mariangela Occhiali, Uiltec Uil.
L’istanza, spiegano le sindacaliste, era stata presentata con urgenza dagli avvocati Bruno Laudi e Francesco Pizzuti per conto della Filtcem Cgil e dei lavoratori della La Perla Management UK Ltd, a seguito dell’invio da parte dei liquidatori inglese di una mail con cui veniva comunicata la ferma intenzione di procedere alla liquidazione dell’asset e alla vendita del marchio, allo scopo di realizzare la massima soddisfazione dei creditori ed escludendo quindi la continuità aziendale.
“Peraltro – proseguono - la scelta dei liquidatori inglesi potrebbe avere gravi conseguenze per La Perla Manufacturing srl perché, come risulta dai fascicoli della procedura, tra le società è stato stipulato un Framework Manufacturing Agreement che obbliga La Manufacturing a vendere i prodotti realizzati con i marchi “La Perla” unicamente alla Controllante.
Conseguentemente, l’eventuale liquidazione totale della Controllante determinerebbe, a cascata, l’impossibilità della prosecuzione dell’attività della Controllata, con successiva inevitabile liquidazione e perdita di valore neanche di quest’ultima società, fino al licenziamento di tutti i dipendenti.
Col provvedimento oggi assunto "si sta quindi finalmente cercando di bloccare, definitamente, le azioni che vogliono intraprendere i liquidatori inglesi e che non tengono conto, come ha rilevato anche il giudice nella sua motivazione, della tutela occupazionale italiana”.
Ancora oggi sono le lavoratrici la Perla “che, ostinatamente, attuano tutte le strategie di tutela della continuità di una realtà aziendale che è sotto scacco delle conseguenze della finanza speculativa attuata dal fondo Tennor e dal discusso finanziere Lars Windhorst”.
La nota quindi continua: “I danni causati dalla bulimia di una finanza senza scrupoli non cessano, nonostante il sequestro preventivo della realtà produttiva e del marchio avvenuto a pochi giorni di distanza dalla prima udienza di Dicembre; adesso ci vediamo costretti a difenderci dalle manovre che provengono da Londra e che sembrano ancora non voler tenere insieme il destino del marchio con quello delle maestranze (che vengono cinicamente tenute senza retribuzione), continuando a dimostrare che l’interesse principale dell’immediata soddisfazione dei creditori londinesi prevale sulla tutela dell’economia reale e dunque dell’apparato produttivo del nostro sistema economico”.
“Riteniamo – infine – che ministero e Regione debbano far sentire con estrema determinazione il peso delle Istituzioni Italiane per evitare che il gruppo La Perla cessi per becere speculazioni finanziarie dal corto respiro”.