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La tutela dell’occupazione, il rinnovo del contratto nazionale, la sicurezza sul lavoro, la formazione, le innovazioni tecnologiche, la sostenibilità ambientale e le risorse per il settore: tutto inquadrato nella situazione attuale dell’emergenza sanitaria. Intorno a questi temi si è svolta la tavola rotonda sul trasporto marittimo, organizzata dalla Filt Cgil nell’ambito degli appuntamenti di celebrazione e riflessione in occasione dei quarant’anni della federazione.
Ad introdurre i lavori, moderati dalla redattrice di Collettiva Martina Toti, è stato il segretario nazionale della Filt Cgil Natale Colombo. Il sindacalista ha chiesto di “individuare forme di sostegno adeguate a salvaguardare e sorreggere il settore, soprattutto la crocieristica che ha bisogno di specifici interventi utili ad accompagnare la ripresa, e a garantire la tutela occupazionale diretta ed indiretta. L’occupazione marittima - ha evidenziato - è già fortemente minata dall’evidente precarizzazione del rapporto di lavoro e dalla scomparsa della tradizionale vocazione marinara del nostro Paese”. Secondo Colombo, quindi, “occorrono urgenti e precise scelte politiche finalizzate al rilancio del settore, partendo anche dal recupero e dalla salvaguardia dell’occupazione attraverso un nuovo impianto normativo. Un impianto che, oltre a garantire l’attuale sostegno economico all’industria armatoriale, favorisca le opportunità di impiego stabile e qualificato per il medio lungo periodo”.
Sul rinnovo del contratto nazionale, scaduto ormai da tre anni, “passa il rilancio del settore”, ha detto Colombo. Sullo stesso tema sono intervenuti il presidente di Assarmatori, Stefano Messina, evidenziando che “ci sono ancora degli aspetti che vanno approfonditi” e il presidente di Confitarma Mario Mattioli, il quale ha sostenuto: “In un momento drammatico c’è la volontà di colmare le distanze, a partire da un discreta base normativa e avviando una riflessione di buon senso sul piano economico”. Anche Livia Spera segretario Etf-Federazione europea dei trasporti, rivolgendosi alle associazioni degli armatori, ha affermato: "Bisogna chiudere un accordo per il rinnovo del contratto nazionale e avviare un dialogo europeo, utile a trovare strategie comuni. La crisi può essere un’occasione di cambiamento strutturale. Occorre intervenire sulle bandiere di convenienza e sugli aiuti e sussidi di Stato, che non hanno prodotto risultati in termini di forza lavoro ma al contrario si è registrato un calo della platea dei lavoratori”.
Affrontando il tema della sicurezza, Colombo ha chiesto di “recuperare i ritardi sul tema ed emanare il decreto attuativo di armonizzazione delle norme specifiche del settore con il Testo Unico”. Su questo concorda Stefania Visco, presidente Federimorchiatori affermando che “il Testo unico sulla sicurezza è un testo incompleto, che con il Covid ha dimostrato una fragilità nel sistema di prevenzione. Ma il settore del rimorchio rimane molto controllato”.
Sulle specificità e peculiarità del lavoro marittimo Natale Colombo chiede inoltre che “vada ricompreso tra quelli aventi diritto alle agevolazioni per il lavoro usurante". Concorda Luca Vitiello, presidente Assorimorchiatori, riconoscendo che “quello marittimo è un lavoro difficile, si è assenti da casa per mesi: va aperta una discussione con le istituzioni sul lavoro usurante, con il sindacato sui tempi di attesa e di manovra”.
Rivolto al governo, il segretario nazionale della Filt ha evidenziato la necessità di capire “come intende supportare l’industria armatoriale che, oltre alla validità del Registro Internazionale Italiano, ha bisogno di un faro istituzionale, un punto di riferimento per far convergere le problematiche e le esigenze complessive per aggregare competenze ed iter burocratici che vanno ulteriormente velocizzati e semplificati, con lo scopo di competere adeguatamente nell’era della globalizzazione”. Su questo Mattioli (Confitarma) ha ribadito la richiesta “di un ministero del Mare che permetta di superare l’interlocuzione con troppi ministeri”, mentre Messina (Assarmatori) ha evidenziato che “il registro internazionale di fatto ha permesso la tenuta del mondo marittimo” e che le alleanze “hanno permesso un ridimensionamento verso il basso del costo del trasporto”.
Per Livia Spera (Etf) invece “la questione alleanze non ha portato benefici sia agli utenti che ai lavoratori, per questo serve un dialogo con istituzioni e imprese datoriali su sussidi, gigantismo navale, alleanze e spazio marittimo europeo”. “Gli incentivi ed i sussidi - ha aggiunto Mattioli - devono essere vincolati all’insediamento delle aziende sul territorio nazionale”. Sempre sui sussidi, Stefano Messina chiede che “vengano ripensati perché condizionano il libero mercato: devono avere come conseguenza il mantenimento dei livelli occupazionali”.
Sul piano delle innovazioni tecnologiche è intervenuta Stefania Visco (Federimorchiatori), sottolineando che “sono legate al coordinamento tra tutti gli attori in campo ed alla buona programmazione di tutte le navi, in entrata e in uscita nei porti”. Secondo Luca Vitiello (Assorimorchiatori) “l’innovazione in un’economia nazionale è sinonimo di competitività del nostro Paese e protezione dell’ambiente”. “Da questi ottimi spunti di riflessione - ha concluso Colombo - elaboreremo una posizione chiara, condivisa unitariamente, e che condivideremo sulle necessità emerse per il settore marittimo”.