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Si era rifiutato di firmare il contratto pirata Assodelivery-Ugl e il 2 novembre 2020 era stato licenziato in tronco, o meglio disconnesso dalla piattaforma. Lui non si è dato per vinto e con il sostegno della Cgil ha intentato due cause. Il giudice gli ha dato ragione su tutti i fronti. Riccardo Mancuso, 27 anni, rider ed ex studente universitario, festeggia con i legali che lo hanno rappresentato e supportato nel ricorso promosso da Filt, Nidil e Filcams Cgil di Bologna. Perché se la prima decisione del tribunale aveva stabilito che il licenziamento era illegittimo e aveva imposto a Deliveroo il reintegro immediato, con la sentenza di oggi ha accolto tutte le richieste, riconoscendo che la sua è un’attività etero-organizzata e non autonoma, che per questo deve essere inquadrato come un lavoratore dipendente a cui si applica il contratto collettivo dei trasporti e della logistica, e che gli vanno riconosciute le differenze retributive. Oltre a ribadire l’illegittimità del licenziamento.
“Sono felice per questo risultato e per aver dato un contributo alla lotta dei lavoratori precari contro le multinazionali che fatturano milioni di euro – spiega Riccardo Mancuso -. Vorrei ringraziare gli avvocati della Cgil Stefania Mangione e Alberto Piccinini e la praticante Irene Ricciuti per tutto il lavoro e l’impegno. Il giudice ha emesso un dispositivo che sancisce la vittoria in primo grado della causa contro Deliveroo, anche se non quantifica le differenze retributive e le mensilità che mi dovranno corrispondere per il periodo che va dal momento in cui mi hanno cancellato l’account a quello in cui sono stato reintegrato. Parte di quanto mi verrà riconosciuto intendo metterlo a disposizione delle nostre battaglie”.
Riccardo si sente come un Davide che ha sconfitto Golia, che ha fatto di un licenziamento un’occasione per vincere e fare avanzare i diritti dei lavoratori, vivendo l’esperienza più significativa, impegnativa e difficile della sua esistenza. Nel frattempo si è laureato in storia ed è stato anche assunto part time da Just Eat, dove è delegato sindacale Filt Cgil. La domanda a questo punto è d’obbligo: che cosa farai adesso? “A parte festeggiare, continuerò a lavorare come rider e mi rimetterò a studiare per coronare il mio sogno: diventare insegnante di storia”.