“Oggi la nostra battaglia è il diritto di voto. Siamo a un mese e mezzo dal voto e quindi pensiamo ci sia tutto il tempo per recuperare: non vogliamo né denunciare né pensiamo a complotti o altro”. Così il segretario generale della Cgil, referendum dell’8 e 9 giugno.
Maurizio Landi ni, al presidio davanti alla Rai di Roma promosso dalla Confederazione di Corso d’Italia. “Adesso parliamo noi. Rompiamo il silenzio sui referendum”, il titolo eloquente della protesta, per chiedere informazione e visibilità verso ilLandini ha quindi proseguito: “Abbiamo chiesto incontri a tutte le forze politiche, ma finora dal governo non c'è stata alcuna risposta. Vogliamo incontri affinché s'impegnino dicendo alla gente andate a votare. Poi ognuno di loro assume la decisione che ritiene più opportuna”.
Ha aggiunto il leader della Cgil: “Ho trovato molto importante il discorso che ha fatto il presidente della Repubblica il 25 aprile, dove ha esplicitato la necessità di combattere l’astensionismo. Proprio perché il diritto di voto nasce con la sconfitta del nazismo e del fascismo, è necessario che questo diritto torni ad avere una sua dignità”.
“In un Paese dove c'è già metà dei cittadini tante volte a votare non ci va, perché non si sente rappresentato da nessuno – quindi -, è importante che i cittadini sappiano che il referendum non è un voto per questo o quel partito, per questo o quel governo, ma un diritto”.