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Lavoratori in piazza a Roma durante lo sciopero nazionale del trasporto pubblico locale, iniziato alle 23.59 e che terminerà alla stessa ora di questa sera. Uno stop di 24 ore del trasporto pubblico senza fasce di garanzia è una decisione che i sindacati prendono solamente a fronte di una situazione di gravità, perché assicura solo i servizi assolutamente indispensabili come consente una sola volta durante una vertenza, e quelli che hanno spinto Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna a proclamare lo sciopero sono motivazioni gravi.
Non solo contratto
"Sono due i rami di questa protesta – dice il segretario generale della Filt Cgil, Stefano Malorgio –. Il primo è il rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore, che è scaduto da un anno e include anche il fatto che le aziende non trovano personale perché i lavoratori scappano da società che continuano a rifiutare un rinnovo contrattuale che possa quindi anche renderle più attrattive da un punto di vista salariale e delle condizioni di lavoro.
Il secondo ramo è più politico ed è legato al fatto che il trasporto pubblico locale, se non si interviene con risorse adeguate sul Fondo nazionale trasporti (un fondo che negli ultimi anni ha perso circa il 21% della sua dotazione nonostante l'aumento esponenziale dei costi dell’energia), rischiamo il collasso del trasporto pubblico”.
Questo, per Malorgio, significa mettere in discussione il trasporto pubblico stesso in tutte le aree urbane, “perché ormai la situazione di difficoltà non riguarda solamente alcune città, ma anche quelle che fino a questo momento erano considerate città dal trasporto pubblico molto efficace”.
Quindi, da un lato il contratto e dall'altro lato la condizione generale del settore: “L'Italia è l'unico paese in Europa che, nonostante la transizione green, che non sta investendo sul servizio – dice il segretario generale della Filt -, perché si discute tanto di infrastrutture, ma non si discute mai del servizio in sé”.
Un patto con i cittadini
A fronte questi due elementi il sindacato vuole “provare a dire che il disagio dei cittadini che usano il mezzo pubblico non è il disagio del giorno dello sciopero, ma è il disagio di tutti gli altri giorni e questo è uno sciopero che pone un tema di sviluppo in qualità e quantità del trasporto pubblico”.
“Non può esistere un contratto – prosegue Malorgio – se non si sviluppa in qualità e quantità il trasporto pubblico. Per questo motivo abbiamo indetto uno sciopero non solo per chi lavora, ma anche per i cittadini, per i viaggiatori che usano e che vogliono continuare a usare i mezzi ogni giorno e che invece si trovano quotidianamente di fronte a un disastro”.
La manifestazione di questa mattina si svolge davanti al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato da Matteo Salvini, un ministro responsabile dell’intero sistema della mobilità in Italia, ma che non pare essere in procinto di ristrutturare un settore che in ogni settore, ferroviario, del trasporto pubblico, marittimo e aereo, ha dimostrato di non essere efficiente. Per Malorgio è significativo che i sindacati dei trasporti, “a differenza di tutte le altre categorie, abbiano scelto di manifestare davanti a un ministero, sacrificando anche logisticamente la manifestazione”.
“Denunciamo così la completa assenza di risorse e programmazione sul sistema dei trasporti, sia quello delle persone che quello delle merci – spiega -, è un problema che riguarda questo ministro che sicuramente è tra i più assenti. È anche però un problema che riguarda l’Italia, che non riesce a investire nei trasporti in un'ottica sia di sviluppo industriale, perché non può esserci un rilancio industriale di un Paese, se non c'è un sistema di trasporto delle merci, di logistica efficace ed efficiente e questo anche in termini di qualità della vita delle persone.
Investire sul trasporto collettivo dei cittadini significa investire sulla qualità della vita delle nostre città, sulla salute dei cittadini – conclude Malorgio – e tutto questo è dimostrato anche dall'esperienza che ciascuno ha quando viaggia per l'Europa e capisce come un trasporto pubblico collettivo ed efficiente trasforma le città, fa vivere meglio i cittadini e magari abbassa il tasso dell’incidenza dei tumori che deriva dall’inquinamento, una delle piaghe del nostro Paese”.