“Non ci fermeremo davanti a niente e nessuno, quella di oggi non è una conclusione, abbiamo solo cominciato”. È con queste parole che Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha chiuso la grande manifestazione di lavoratrici e lavoratori pubblici promossa da Cgil e Uil. in una gremita Piazza del Popolo a Roma. E ha aggiungo il segretario: “Non ci fermeremo, non solo perché abbiamo la forza, ma anche la ragione dalla nostra parte”.

“Le lavoratrici e i lavoratori pubblici hanno portato il sole in piazza e fatto smettere di piovere”. Così Serena Sorrentino, segretaria generale della Fp Cgil, ha ringraziato quante e quanti hanno manifestato per rivendicare contratti rinnovati, salario, dignità, diritti, salute. Il suo ringraziamento è andato a tutti quelli che ogni giorno, con il proprio lavoro, si prendono cura delle persone, ma ricevono schiaffi in faccia da un Governo che rinnova i contratti pubblici.

Sono bassi, davvero bassi i salari delle lavoratrici e dei lavoratori dei servizi essenziali, dagli operatori socio sanitari agli infermieri, dalle donne e gli uomini delle forze di polizia agli educatori e le educatrici degli asili nido. “Mentre Zangrillo dice che il salario non è essenziale, noi gli rispondiamo che faremo finire la storia di questo governo”. 1470 euro, è lo stipendio base degli operatori socio sanitari; 1500 euro quello di un ex cancelliere della giustizia; 1510 euro quello di una educatrice di scuola dell’infanzia; 1560 euro quello di un infermiere.

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La segretaria della Fp Cgil ha ricordato che è dal 2022 che viene riproposta la piattaforma per il rinnovo del contratto votata da lavoratori e lavoratrici per il rinnovo del contratto e il datore di lavoro pubblico continua a proporre un aumento del 5,7% a fronte di un’inflazione che ha superato il 17%: “Non è vero quel che afferma il ministro Zangrillo, che i privati hanno fatto peggio. Il contratto dei metalmeccanici è al 17%, quello dei grafici al 13,5, quello del gas acqua al 9,1, della cooperazione sociale all’8,3. Quello rinnovato dai bancari al 13,5. Il datore di lavoro pubblico è il peggiore del Paese”. Mancato rinnovo significa blocco delle carriere, blocco del passaggio al nuovo ordinamento, blocco del salario accessorio e stanno persino reintroducendo le pagelle al posto della valutazione.

Sulla sanità Sorrentino è netta e precisa nello svelare le mistificazioni e le bugie della presidente del consiglio, Giorgia Meloni. La spesa sanitaria in tutto il mondo si valuta in rapporto al Pil e quella prevista dalla manovra è inchiodata per il 2025 e per gli anni a venire al 6,3/6,2%, quando l’Ocse afferma che dovrebbe essere almeno al 7 per garantire la salute.

“La presidente del Consiglio non sta rispettando l’articolo 32 della Costituzione”, aggiunge la segretaria, mentre si continuano a dare risorse ai privati con la scusa dell’abbattimento delle liste di attesa che sono rimaste infinite. Per di più i privati sono quelli che non rinnovano il contratto da sei anni e che per le Rsa lo hanno sottoscritto separatamente.

“Due cose si possono fare subito – ha ricordato la dirigente sindacale –, togliere il tetto al salario accessorio che blocca la produttività da 8 anni, utilizzare per il rinnovo del contratto le risorse, visto che il ministro dice che ci sono”. Anche per Sorrentino la mobilitazione non si ferma, continuerà nei luoghi di lavoro con il confronto con le colleghe e i colleghi, in piazza per la pace il prossimo 26 ottobre e insieme alla confederazione per la mobilitazione nazionale.

“Il lavoro ricuce ciò che il Governo lacera. I lavoratori pubblici non sono servi dello Stato, ma al servizio della Costituzione. Libertà e democrazia si declinano facendo sentire le leggi dello Stato come proprie dal popolo e non come imposte dall’alto. Lo diceva Calamandrei, uno dei padri di quella Costituzione che noi continuiamo a difendere”.

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La Costituzione è uno dei fili conduttori delle conclusioni di Maurizio Landini che ha ricordato come sia la riforma fiscale il centro del problema: lì si trovano le risorse per i contratti, la sanità, la scuola, le politiche per la casa, per le politiche industriali. Le risorse che potrebbero rilanciare lo sviluppo messo in discussione perché in questi anni, invece che investire su innovazione e formazione, si è favorito la finanza e il profitto.

“La manovra di bilancio – ha aggiunto il segretario della Cgil – è una legge balorda perché figlia della scelta fatta da questo Governo che ha votato le politiche europee che ripropongono l’austerità. Mentre il sindacato europeo è andato a Bruxelles per dire di non votare l’austerità”.

In un Paese con oltre 90 miliardi di euro di evasione, dove le rendite da profitto sono enormemente aumentate a scapito del potere di acquisto dei lavoratori dipendenti che hanno avuto le buste paga falcidiate dall’inflazione; in un Paese dove il lavoro dipendente viene tassato di più del profitto portato a casa dagli imprenditori proprio grazie a quel lavoro, invece che tagliare il welfare occorrerebbe far aumentare le entrate rispettando i precetti dell’articolo 53 della Carta che recita: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.

Se la manovra è “balorda”, per il segretario altre norme sono “porcherie”. Il Collegato lavoro liberalizza ulteriormente la possibilità di aumentare la precarietà e con essa il lavoro povero: “La battaglia che abbiamo aperto è una battaglia generale, combattere la precarietà vale in ogni settore. Dobbiamo cancellare le leggi balorde degli ultimi venti anni”. Così come pericoloso è il decreto sicurezza che vuole limitare la libertà di manifestazione, ricorda il segretario: se oggi possiamo salutare la soluzione della vertenza di Termini Imerese non è grazie al ministro Urso, ma agli scioperi, alle mobilitazioni e anche ai blocchi stradali che negli anni hanno fatto i lavoratori.

Così come “è di una gravità assoluta ciò che sta accadendo in queste ore – ha ammonito Landini –. Trovo gravissimo che il Governo attacchi l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. Il Governo è fatto di cittadini, le leggi le devono rispettare loro come chiunque altro. Il fatto che uno che è stato votato può fare quello che gli pare è contro la Costituzione”.

Per il segretario la costruzione del Cpr in Albania “non è un vanto, ma una vergogna. Per me qualsiasi persona, di qualsiasi colore, deve avere il diritto di muoversi e girare per il mondo. Chiunque chiede di potersi realizzare attraverso il lavoro, è mio fratello. Non dobbiamo avere paura di chi per vivere vuole lavorare con dignità, dobbiamo aver paura di chi vuole sfruttarci e metterci in competizione gli uni contro gli altri”.

Per queste ragioni quello del segretario della Cgil alla piazza è stato un “arrivederci” perché “quando si tagliano salari, si incentiva la precarietà, quando si taglia la sanità, l’istruzione, si riducono la democrazia e le libertà dei cittadini. È quello che sta succedendo, noi non siamo più disponibili. Lo diciamo al Governo e agli imprenditori, non è che l’inizio e non abbiamo nessuna intenzione di fermarci”.

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