PHOTO
Il caso della Gianetti Ruote ha reso evidente il dramma sociale legato alla perdita dei posti di lavoro, tanto più grave in un periodo come questo, ancora pesantemente condizionato dall’emergenza sanitaria. L’improvvisa e inaspettata chiusura dell’azienda di Ceriano Laghetto ha riportato all’attenzione la necessità di una maggior tutela occupazionale, resa più fragile dallo sblocco dei licenziamenti. In Brianza ci sono anche altre vertenze aperte che rischiano di indebolire il tessuto industriale del territorio. C’è quindi il rischio di un peggioramento della situazione sociale.
Per questi motivi, Cgil, Cisl e Uil di Monza e Brianza hanno promosso una mobilitazione generale territoriale, in programma martedì 20 luglio a partire dalle 9. Le lavoratrici e i lavoratori manifesteranno davanti alla sede della provincia, in via Grigna a Monza, per chiedere la difesa dei posti di lavoro e il ritiro dei licenziamenti in atto, alla Gianetti e non solo.
L’iniziativa, dal titolo 'Il lavoro non si tocca”' prevede lo sciopero di otto ore complessive nel settore metalmeccanico. Un primo sciopero di 4 ore verrà effettuato in concomitanza con la manifestazione di martedì. Al presidio parteciperanno anche le delegate e i delegati di tutte le altre categorie, dal pubblico impiego all’edilizia, dal commercio ai servizi. Le organizzazioni sindacali stanno intanto convocando le assemblee generali di categoria.
“Bisogna continuare a dare sostegno alla vertenza Gianetti che, nonostante l’impegno delle istituzioni, non ha ancora ricevuto la convocazione dal ministero dello Sviluppo economico – sottolineano Angela Mondellini, Mirco Scaccabarozzi e Abele Parente, segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Monza e Brianza –. Il caso Gianetti deve trovare una soluzione rapida. E deve essere un esempio di come non si debba affrontare in questa maniera una crisi di settore. Non permetteremo – continuano – che ci siano altri casi Gianetti. Nella ricerca di una soluzione devono essere chiamate in causa anche le imprese, le associazioni imprenditoriali e le stesse istituzioni”.