Quattro lavoratori – un vigile del fuoco e tre operatori della Protezione civile – sono ricoverati in condizioni gravi a causa delle ferite riportate nel tentativo di spegnere un vasto incendio scoppiato ieri (21 agosto) a Roma nella zona di Torre Spaccata. La prognosi è riservata per tutti. Il più grave è il pompiere di 51 anni che ha riportato ustioni sul 54% del corpo. Gravi anche le condizioni di un 33enne, con ustioni sul 31% del corpo, e di una 38enne, ustionata sul 19%. Entrambi verranno operati la prossima settimana per la rimozione della parte necrotica e la copertura con innesti di pelle provenienti dal banco di Cesena. Un intervento chirurgico è in valutazione anche per un 29enne, il meno grave tra i feriti.

Carenze strutturali e turni insostenibili

“Ci troviamo ad affrontare una situazione eccezionale, con incendi quotidiani anche in città e di vasta portata. Il problema è che dobbiamo fronteggiarli senza le risorse necessarie e poi, purtroppo, a volte l’emergenza presenta il conto. Le dotazioni organiche del comando sono inadeguate per fronteggiare l’ordinario immaginiamoci lo straordinario”. Così Franco Zelinotti, caposquadra dei Vigili del Fuoco a Roma, intervistato da Collettiva all’indomani dell’ennesimo incidente. La sua denuncia non è nuova: da anni la Fp Cgil parla di carenze di personale e di mezzi, “ma ora la situazione è diventata insostenibile”, sottolinea Zelinotti che è anche un componente del coordinamento regionale della Fp Cgil Vigili del fuoco. “Ogni giorno circa venti unità sono costrette a raddoppiare il turno per mantenere operativo il dispositivo minimo. Questo sforzo si accompagna a una carenza di mezzi di supporto fondamentali, come le autobotti e le scale", spiega il caposquadra, evidenziando come le squadre di cinque unità si trovino spesso senza il supporto necessario.

Stress psicofisico e mancanza di tutela assicurativa

Le difficoltà non si limitano solo alle carenze materiali, ma investono anche l'aspetto psicofisico dei vigili del fuoco. “Lavorare in queste condizioni è stressante… si va avanti, ma quando la situazione supera la regola, come è successo di recente, emergono eventi imprevedibili che ci mettono a dura prova”. Un altro grave problema riguarda la mancanza di una copertura assicurativa completa: “Siamo gli unici a non averla. Se un collega si infortuna deve anticipare le spese mediche, che poi verranno rimborsate, ma intanto il peso economico è sulle sue spalle. Questo è inaccettabile, soprattutto in un periodo di difficoltà economica. Una situazione che non favorisce il servizio fornito ai cittadini, cioè l’elemento fondamentale del nostro lavoro. Non vorremmo che la qualità del servizio si deteriori, perché se non arriviamo in tempo, il cittadino poi giustamente si lamenta”, afferma il caposquadra, ricordando un episodio recente in cui la popolazione locale, nonostante le difficoltà, ha compreso e supportato i vigili del fuoco.

Il rischio dell’autonomia differenziata

Come se non bastasse, sullo sfondo appaiono possibili conseguenze negative causate dall’autonomia differenziata. “Sarebbe una mazzata. Se si mette mano al nostro sistema c'è il rischio di frammentare ulteriormente un corpo già in difficoltà, con conseguenze per la capacità di risposta alle emergenze”, avverte Zelinotti. “Se invece vogliamo garantire un servizio ai cittadini, bisogna investire e rafforzare il nostro sistema. È come in sanità: se lasci un Pronto soccorso con pochi infermieri e un solo medico a gestire decine di pazienti, è inevitabile che il servizio si bruci, e con esso la fiducia dei cittadini”.