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Anche loro erano “eroi del Covid”. Sono i 468 telefonisti dei call center Almaviva di Palermo e Catania che in tutta la lunga fase dell’emergenza Coronavirus hanno risposto al numero 1500, istituito dal ministero della Salute, fornendo informazioni a milioni di cittadini preoccupati. Ebbene, il servizio è stato chiuso il 31 dicembre scorso, e gli operatori hanno perso il lavoro.
La chiusura era annunciata da tempo, ma malgrado proteste e pressioni sul governo da parte dei sindacati e delle istituzioni locali, non si è trovata una soluzione. Al ministero del Lavoro è stata firmata la cassa integrazione a zero ore per “cessazione di attività”: il periodo coperto va dal 1° gennaio al 30 settembre 2024, con la possibilità di una proroga di ulteriori tre mesi. Per i 315 addetti di Palermo e i 153 di Catania, dunque, il telefono si è spento.
Il commento dei sindacati
“La grande beffa — spiega il segretario regionale Slc Cgil Sicilia Emiliano Cammarata — è che questi lavoratori hanno perso la clausola sociale per essere stati spostati al servizio 1500 durante l'emergenza della pandemia, lasciando le commesse alle quali lavoravano e che gli avrebbero ora assicurato un futuro. Non possono essere abbandonati adesso che l'emergenza è finita”.
I lavoratori, infatti, non hanno la possibilità di far valere la clausola sociale, che salvaguarda il proprio impiego nel caso di cambio d’appalto, perché il servizio è stato chiuso. L’obiettivo dei sindacati ora è far avviare al più presto il piano dell'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal) per la riqualificazione professionale e il reinserimento nel mondo del lavoro.
In una riunione al ministero delle Imprese, con Almaviva Contact, Anpal e quattro Regioni (Sicilia, Campania, Lombardia e Lazio), i sindacati hanno infatti sollecitato l'istituzione del tavolo di monitoraggio ministeriale sul progetto Anpal e l’apertura di specifici tavoli regionali per verificare le varie possibilità di ricollocazione.
“È essenziale che questi operatori siano riqualificati per i più innovativi servizi di assistenza ai clienti, affinché diventi poi più semplice poterli ricollocare nel mondo produttivo”, conclude Emiliano Cammarata: “Siamo convinti che la stessa Regione Sicilia, all'interno della propria amministrazione, possa offrire possibilità di impiego a queste professionalità”.