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Dopo aver svolto un’ampia consultazione tra lavoratrici e lavoratori, adottando lo strumento della videoconferenza, è stato sottoscritto in Ibm un accordo che definisce le linee guida per la graduale ripresa dell’attività all’interno delle sedi aziendali.
L’intesa - la cui applicazione e attuazione verrà monitorata da un comitato, composto da datore di lavoro, Rspp, medico competente, Rls e Rsu - è rilevante, perchè riguarda un’importante azienda nazionale dell’information technology, che solo a Segrate occupa circa 2.000 dipendenti.
Mantenendo l’istituito dello smart working, l'accordo prevede misure aggiuntive al contenuto dei protocolli del 14 marzo e del 24 aprile, per quanto riguarda il graduale rientro al lavoro: la riorganizzazione degli uffici, con la creazione di indicazioni come le strisce distanziatrici; l’ingresso nelle sedi di un numero contingentato di dipendenti, che dovranno utilizzare scrivanie in modo alternato; la possibilità di richiedere il rimborso dei costi del viaggio casa ufficio (compreso rimborso taxi), dal momento che è stato sospeso il servizio navetta; l’estensione della flessibilità dell’orario d'ingresso; l’installazione di barriere e distanziatori, tali da limitare ogni possibile contatto personale, a tutela di chi svolge il servizio di reception. Verranno poi garantite sanificazioni periodiche dei locali, pulizia e igienizzazione quotidiana e la distribuzione, per chi accede ai locali aziendali, di due mascherine chirurgiche al giorno.
Per Elena Dorin, della segreteria Fiom di Milano: “Quello di Ibm è un buon accordo, che introduce soluzioni organizzative anche innovative, che consentono di lavorare in sicurezza all’epoca del Covid-19. È importante che i delegati effettuino un monitoraggio continuo della sua applicazione, prevista, per ora, fino al 31 agosto.
Il prossimo passo sarà quello di fare un buon accordo, che in Ibm ancora non c’è, sullo smart working. Nelle prossime settimane, continueremo a utilizzare gli strumenti di videoconferenza messi a disposizione dall’azienda per effettuare le assemblee con i lavoratori e condividere con loro l’evolversi della situazione e la gestione delle difficoltà: una fra tutte, quella delle madri e dei padri che devono lavorare occupandosi, nel contempo, di bimbi piccoli. Questo è un problema che ricade soprattutto sulle spalle delle lavoratrici e che dobbiamo affrontare, oltre che con le istituzioni, anche con le imprese”.