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Opere pubbliche ferme, miliardi di euro stanziati dallo Stato e dall’Unione europea per completare grandi opere infrastrutturali, da Bagnoli all’alta velocità Napoli-Bari. Aziende chiuse con centinaia di addetti licenziati o in cassa integrazione. È la fotografia del settore dell’edilizia, del cemento e dei laterizi in Campania alla vigilia della grande manifestazione unitaria del 15 marzo a Roma indetta da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil (ore 9.30 piazza del Popolo) che vedrà la partecipazione di oltre 2 mila tra lavoratori e lavoratrici del settore che partiranno dalla nostra regione alla volta della Capitale.
Dalla Cellublock (28 dipendenti) alla Ilas di Avellino (34 dipendenti), dalla Monier (40 dipendenti) alla Rdb/Fantini (42 dipendenti) di Benevento, dalla Moccia Calce (28 dipendenti) alla Moccia Laterizi (34 dipendenti) sempre di Benevento, dalla Lingam (35 dipendenti) alla Traci (31 dipendenti) di Salerno e ancora dalla Fantini/Scianatico (43 dipendenti) alla V&V Larek (30 dipendenti) sempre di Salerno, dalla trasformazione delle due cementerie presenti in Campania, da centri di produzione con area a caldo a centri di macinazione della Italcementi di Salerno e la ex Cementir di Maddaloni che ha visto la contrazione di 20 unità a Salerno e 51 a Maddaloni, la Tekno legno (34 dipendenti) di Caserta alla Ferretti sempre del settore legno di Napoli e le tante vertenze ancora aperte: il Policlinico di Caserta coinvolto nelle vicende Condotte con i suoi 50 addetti diretti e circa 150 indiretti, Interporto Ise di Caserta 50 licenziamenti, la Tecnis di Salerno (58 dipendenti) con vertenza aperta presso il Mise, come la Novolegno di Avellino con i suoi 120 addetti e procedura di mobilità aperta per chiusura attività, la Lioni-Grottaminarda, anch’essa inserita nelle procedure di concordato della Società Condotte e che impegna complessivamente circa 200 addetti, la Rdb/Italprefabbricati (circa 28 dipendenti) di Caserta reinsediatasi dopo la chiusura della Rdb di Bellona e oggi in Cigo per un’attività che stenta a decollare.
“Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil Campania – spiegano in una nota i segretari generali delle tre categorie, Enzo Maio, Giovanni D’Ambrosio, Andrea Lanzetta – chiedono l’avvio delle opere, lo sbocco degli investimenti, una maggiore qualità del lavoro e del sistema di impresa, incentivi per il lavoro e nel lavoro, un piano di lavoro straordinario per la messa in sicurezza delle strade, dei viadotti, del territorio e un nuovo piano di infrastrutture materiali e immateriali, più efficaci misure per le politiche abitative”.
Altro tema al centro della manifestazione è quello della sicurezza sui luoghi di lavoro. Nei primi tre mesi dell’anno in Campania si sono già registrate 13 “morti bianche”, di cui 7 soltanto a Napoli e provincia. “Chiediamo il rafforzamento del sistema di controllo e vigilanza in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, diventati ormai luoghi di sciagure e drammi familiari, un sistema di verifica e di controllo affinché a parità di lavoro possa corrispondere parità di contratto e di salario, contrastando ogni forma di dumping contrattuale”.
Sul piano regionale, i tre segretari confederali Nicola Ricci, Doriana Buonavita e Giovanni Sgambati, insieme alle categorie, chiedono alla Regione Campania “l’insediamento di un tavolo istituzionale permanente per il rilancio e la riqualificazione del settore delle costruzioni, che negli ultimi dieci anni ha perso circa 60 mila posti di lavoro, all’interno di un progetto di manutenzione, prevenzione e rigenerazione, con il ruolo attivo delle istituzioni locali, delle grandi imprese, delle grandi stazioni appaltanti pubbliche, dei soggetti finanziari e dei lavoratori tutti del settore”.