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È il day after. Le parole pronunciate dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte riecheggiano ancora in quest’Italia stralunata, chiusa, semichiusa anzi. Perché in fabbrica, negli ospedali, nelle scuole, nei negozi che vendono beni di prima necessità c’è chi continua a lavorare. Sedi e uffici aperti anche in moltissime Camere del Lavoro. Come nella struttura di Monza Brianza da dove arrivano testimonianze che raccontano l’impegno del sindacato in un momento difficilissimo.
Alessandro Fedele è responsabile dell’accoglienza. Le sale d’attesa sono state trasferite all’esterno, sotto i gazebo le sedie sono a un metro di distanza una dall’altra nel rispetto delle disposizioni del governo.
Ma perché anche oggi il patronato della Cgil resta aperto al pubblico? Il direttore dell’Inca Monza Brianza Davide Cappelletti spiega: “Purtroppo non diminuiscono le richieste di disoccupazione. In questa fase così delicata le aziende licenziano i lavoratori. La prossima settimana speriamo di riuscire a gestire le richieste di congedi straordinari che siamo sicuri arriveranno. Continuiamo a rendere un servizio indispensabile per questo paese”.
Ma davvero questi servizi non sono differibili? La risposta di Lorenzo rossi, funzionario Inca, è netta: “La domanda Naspi? Direi proprio di no. Molti lavoratori auspicano già un accredito nel mese di aprile”.
“La situazione ovviamente è molto preoccupante, – conclude Angela Mondellini, segretaria generale della Camera del lavoro - Noi cerchiamo di dare risposte alle urgenze e alle pratiche non differibili rispettando decreti e misure di sicurezza sia per chi lavora in Cgil che per tutti gli altri che si rivolgono a noi. Cerchiamo di andare avanti con difficoltà sperando che presto tutto passi e si ricominci ad affollare le piazze e ad abbracciarci”.