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Stato di agitazione e richiesta urgente di un incontro con il prefetto. Queste le prime decisioni della Filcams Cgil in seguito all’annuncio della chiusura degli uffici di Matera da parte della Hogg Robinson Italia, società internazionale di servizi per le aziende specializzata in viaggi, con quartier generale a Basingstoke (Regno Unito).
La dichiarazione della dismissione della sede lucana è arrivata sabato 23 febbraio, ai 20 dipendenti è stato per ora offerto il trasferimento nella filiale di Cormano (Milano), a quasi mille chilometri di distanza. Una proposta difficilmente accettabile, da qui la decisione della mobilitazione.
La storia
L’azienda, il cui nome originario era Advance Reservation Center, nasce nel 2007 per volontà della Hogg Robinson Group Italia (Hrg), in seguito a un progetto approvato e finanziato dalla Regione Basilicata e occupa inizialmente circa 20 persone, ma già al termine del 2009 il numero di occupati raggiunge le 50 unità. Si occupa di servizi di consulenza per viaggi d’affari con clienti importanti, come Ernst & Young, Prada, Armani, Procter & Gamble, Bmw, Pirelli.
“Nel 2018 – spiega la Filcams Cgil – la Hogg Robinson Group, attraverso un’offerta pubblica, viene acquistata da American Express Global Business Travel, che in Italia ha una joint venture con il gruppo Uvet. Da quel momento inizia una lunga trattativa che avrebbe dovuto portare a un accordo tra American Express e Uvet rispetto al trasferimento del personale e dei clienti da Hrg a Uvet”.
Nel 2022, dopo il periodo Covid, sembrava “vi fosse un’accelerazione sulla definizione dei termini per l’accordo tra le società. Nella primavera del 2023, invece, giunge la notizia dell’apertura di una sede Uvet proprio a Matera. Uvet inizia allora la campagna di reclutamento personale e 20 dipendenti Hrg formalizzano le proprie dimissioni e vengono assunti dalla nuova società”.
E arriviamo a oggi, con la comunicazione di Hrg della chiusura della sede di Matera e il trasferimento dei residui 20 dipendenti a Milano. “La notizia non è giunta inaspettata – precisa il sindacato – perché già da alcuni mesi vi erano notizie in tal senso, oltre a tentativi malcelati di ridurre il numero degli occupati e una progressiva diminuzione dei clienti afferenti alla sede di Matera”.
Inevitabile, dunque, è stata la proclamazione dello stato di agitazione. La Filcams, infine, ha chiesto un incontro urgente al prefetto Cristina Favilli “al fine di tentare una mediazione, rispetto alla decisione aziendale di chiusura della sede di Matera, con la conseguente perdita di posti di lavoro”.