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Secondo giorno di sciopero oggi (lunedì 27 maggio) per i dipendenti di Grancasa, importante società della grande distribuzione nata a metà degli anni ottanta. A motivare la protesta, che vede anche un presidio a Legnano (Milano), davanti alla sede del gruppo (in via Carlo Jucker), è la decisione dell’azienda di avviare 158 esuberi, già annunciati nelle diverse procedure e confermati nel vertice del 21 maggio scorso. Sempre per oggi è previsto un incontro a Roma, alle ore 11 presso la sede del ministero del Lavoro (in via Fornovo 8): l’auspicio dei sindacati è che possa servire per la riapertura del confronto.
“Grancasa si sta sottraendo a qualsiasi confronto per trovare soluzioni alternative ai licenziamenti e sta respingendo tutte le proposte che finora abbiamo avanzato”, spiegano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil: “Tutto ciò avviene nonostante la direzione aziendale abbia confermato che anche maggio si chiuderà con un +7 per cento annuo, che testimonia una crescita in termini di fatturato”.
Per i sindacati “è emersa la chiara volontà di Grancasa di arrivare alla fine dei tempi delle procedure per avviare i licenziamenti, dichiarando che è l’unico modo per tentare di salvare l’azienda”. Lo stato di agitazione e la mobilitazione sono “il percorso naturale per incidere nella trattativa, non solo per gli esuberi dichiarati, ma per il futuro della platea occupazionale nella sua interezza”. Secondo i sindacati, infine, “queste riduzioni di personale non sono mirate solamente a un contenimento dei costi del lavoro, ma una strategia mirata a ridurre le dimensioni dell’azienda e renderla più appetibile per una vendita”.