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“Grancasa conferma tutti i 158 esuberi annunciati nelle diverse procedure, sottraendosi a qualsiasi confronto per trovare soluzioni alternative ai licenziamenti e respingendo tutte le proposte che la delegazione sindacale ha avanzato. Tutto ciò avviene nonostante la direzione aziendale abbia confermato che anche maggio si chiuderà con un +7% annuo che testimonia una crescita in termini di fatturato”. Lo affermano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, secondo cui “è emersa la chiara volontà di arrivare alla fine dei tempi delle procedure per avviare i licenziamenti, dichiarando che è l’unico modo per tentare di salvare l’azienda”.
Il coordinamento sindacale ha deciso di proclamare lo stato di agitazione dichiarando due giornate di sciopero nazionale, il 26 e 27 maggio. Inoltre, nella stessa mattinata del 27, si terrà un presidio davanti alla sede del gruppo in via Carlo Jucker, a Legnano. “La mobilitazione – prosegue la nota – è il percorso naturale per incidere nella trattativa, non solo per gli esuberi dichiarati, ma per il futuro della platea occupazionale nella sua interezza”.
L’auspicio delle tre sigle è che si possa riaprire un confronto già in occasione dell’incontro previsto per il prossimo 27 maggio al ministero del Lavoro. Secondo i sindacati, infatti, “queste riduzioni di personale non sono mirate solamente a un contenimento dei costi del lavoro, ma una strategia mirata a ridurre le dimensioni dell’azienda e renderla più appetibile per una vendita”.