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In questi giorni è diventata di pubblico dominio la vicenda di Grafica Veneta e degli episodi di sfruttamento che negli stabilimenti e nei depositi della società si sono verificati. Le indagini vanno avanti da diversi mesi e adesso il quadro delle responsabilità inizia ad essere oggetto di indagini più approfondite.
Episodi di questo genere, che coinvolgono la filiera del libro e della cultura, generano un moto di rabbia che deve essere ricondotto a una seria analisi del problema e di come si vuole affrontare.
“La filiera degli appalti” affermano Filcams e Slc Cgil “non può essere lo strumento per la deresponsabilizzazione delle imprese. Quello che accade negli stabilimenti, il modo in cui il lavoro viene gestito, il rispetto di leggi e contratti devono essere centrali nella determinazione della scelta dei fornitori. Il successivo controllo di come i fornitori agiscono e di quanto accade lungo tutta la filiera è una responsabilità a cui non si può sfuggire.
Oggi che le indagini sono in corso e conosciute, molti scrittori stanno prendendo le distanze da ciò che è accaduto e mostrano la loro indignazione. Alla indignazione degli scrittori ci aspettiamo si accompagni l’azione delle case editrici perché sia cambiata la situazione.
Solo laddove esiste la salvaguardia dei diritti delle persone e il rispetto del loro lavoro si può produrre cultura.”