Decine di migliaia di lavoratori a rischio reddito. Somministrati, atipici, precari potrebbero essere lasciati senza coperture, nonostante le promesse del governo, le pressioni dei sindacati, le evidenti condizioni di fragilità in cui si trovano. A lanciare l’allarme unitariamente Nidil Cgil, Felsa Cisl, Uiltemp: anche in fase di conversione in legge, il decreto Rilancio non pone rimedio all’esclusione di diverse figure. I collaboratori autonomi occasionali, per esempio, che non sono iscritti alla gestione separata dell’Inps perché hanno redditi inferiori ai 5mila, impiegati nel turismo, nello spettacolo, nel food delivery, considerato essenziale nei giorni più duri della quarantena. Tutti questi lavoratori sono stati esclusi dalle indennità Covid-19 e si trovano senza reddito e senza lavoro dall’inizio dell’emergenza.
Nella stessa situazione si trovano i collaboratori coordinati e continuativi con contratti di lavoro “sospesi”, senza reddito ma non disoccupati, che per maggio non rientrano tra i beneficiari delle indennità e neppure della disoccupazione (Dis-coll). E i somministrati con contratto stagionale nei settori diversi dal turismo e dagli stabilimenti termali: la loro esclusione non riesce a essere recuperata neppure durante l’iter parlamentare di conversione.
“In assenza di una piena ripresa delle attività, il destino di decine di migliaia di lavoratori atipici e precari che operano in ogni settore rimane pericolosamente incerto per i prossimi mesi – sostiene il Nidil Cgil -. Proprio come gli eroi di serie B della sanità, lavoratori e lavoratrici somministrati ai quali il governo non ha riconosciuto né i trattamenti economici integrativi né la loro anzianità di servizio ai fini della partecipazione ai concorsi pubblici” Ma anche i lavoratori somministrati di Poste Italiane, azienda di Stato, vengono lasciati a casa nonostante abbiano garantito il servizio nel periodo di crisi sanitaria.
Per il sindacato quindi fino a che l’emergenza non sarà superata è necessario e urgente ampliare la platea dei beneficiari delle indennità e prorogare gli strumenti di sostegno al reddito, comprese Naspi e Dis-coll. “E per scongiurare l’ingresso di decina di migliaia di lavoratori somministrati a tempo determinato nelle fila dei disoccupati – spiega Nidil in una nota - è fondamentale una deroga all’obbligo di causale su proroghe e rinnovi almeno fino alla fine dell’anno, oltre al superamento del contributo incrementale dello 0,5 per cento per i rinnovi dei contratti stagionali nei settori individuati dalla contrattazione collettiva. Bisogna costruire al più presto un sistema di ammortizzatori sociali strutturale e specifico per tutti questi lavoratori, dando copertura ai periodi di disoccupazione e di calo delle attività”.