“L’azienda deve sedersi al tavolo con i sindacati e il governo e ritornare sui suoi passi, altrimenti è inevitabile sollevare il livello della protesta e noi siamo pronti a sostenere le forme di mobilitazione che deciderete di mettere in campo”: così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini nell’incontro con i sindacati territoriali e i lavoratori della Portovesme che si è svolto, insieme ai segretari generali di Cisl e Uil Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri e Luc Triangle, segretario della confederazione sindacale internazionale, a margine del Labour 7.

“Noi non vogliano gestire una dismissione ma far cambiare le scelte inaccettabili di Glencore che vuol produrre fuori dall’Italia ciò che fino a oggi ha prodotto nel Sulcis Iglesiente”, ha aggiunto Landini sottolineando che “questa vertenza ha una valenza non solo territoriale e regionale ma anche nazionale perché qui stiamo parlando del futuro dell’industria in Italia”.

Fausto Durante: “Assicurare la continuità produttiva e la certezza occupazionale”

“È necessario e indifferibile l’immediato intervento del governo nazionale per assicurare la continuità produttiva e la certezza occupazionale per i lavoratori diretti e indiretti della Portovesme srl”, aveva detto il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante, giudicando totalmente sbagliate e irricevibili le scelte della Glencore.

“A quelle scelte – ha aggiunto il segretario regionale – si deve la tensione che da giorni si registra tra i lavoratori e un clima che sta peggiorando di ora in ora: l’auspicio è che non si alimenti ulteriormente e che dalla direzione aziendale arrivino gesti concreti in questa direzione. La rabbia e l’esasperazione dei lavoratori sono molto forti e del tutto giustificate”.

“Sollecitiamo la riconvocazione urgente del gruppo di lavoro al Mimit, così come il coinvolgimento nella discussione sia dell’Enel che della Regione per un’azione coordinata volta a far ritornare l’azienda sui suoi passi e discutere delle prospettive del sito industriale avendo sgombrato dal tavolo la spada di Damocle dell’annunciato smantellamento della linea zinco”.

Nel frattempo, “siamo al fianco dei lavoratori nella mobilitazione per la difesa del futuro e delle prospettive di lavoro nel sito produttivo e in un’area, quella del Sulcis, che sta già pagando un alto prezzo al processo di deindustrializzazione che va assolutamente fermato”, ha concluso Fausto Durante.

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