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In Italia il 19% delle e dei giovani tra i 15 e i 29 anni, ovvero circa 1,7 milioni, non studia, non lavora e non è impegnato in un percorso formativo. Sono giovani in pausa. Sono Neet. Secondo l’Istat, nel 2022 il tasso di incidenza di questa categoria è sceso di 4 punti percentuali rispetto all’anno precedente, quasi 5 rispetto al 2020. Per la prima volta nell’ultimo decennio in Italia si è registrata una decrescita del fenomeno. Nonostante il miglioramento, tuttavia, il nostro Paese si conferma essere il secondo nell’Ue con il più alto tasso di Neet, preceduto solo dalla Romania (19,8%) e ancora lontano dalla media europea dell’11,7%.
DESTRUTTURARE LA CATEGORIA
Le politiche pubbliche attuate per prevenire e contrastare il fenomeno sono risultate parziali e non efficaci rispetto ai bisogni complessi delle nuove generazioni e alle profonde e rapidissime trasformazioni produttive e socio-economiche. La categoria Neet è stata trattata negli ultimi anni come un unico universo omogeneo. Un’etichetta dal contenuto stigmatizzante per definire il comportamento di una generazione.
SUPERARE GLI STEREOTIPI
Occorre invece destrutturare la categoria, rinunciando alle semplificazioni e valorizzandone le specificità, per informare le politiche pubbliche della necessità di disegnare interventi che rispondano ai bisogni territoriali e offrano dei percorsi di accompagnamento personalizzato. Prendere in considerazione la specificità dei bisogni di ciascun giovane è l’unica strada percorribile, per dare delle risposte efficaci alle condizioni di esclusione da opportunità lavorative e formative che caratterizza le e i giovani.
CHI SONO LE E I GIOVANI NEET?
In Italia, quando si parla di Neet si fa riferimento alle e ai giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni. Per questa fascia il tasso di incidenza non è pari al 19%, bensì raggiunge il 20,8%. La maggior incidenza è dovuta al fatto che sono proprio le e i Neet di età compresa tra i 30 e i 34 anni a rappresentare la quota maggiore (33,6%) di giovani che non studiano e non lavorano nel nostro Paese, seguite/i dalla fascia di età 25-29 anni (29,4%), 20-24 anni (27,8%), e in ultimo 15-19 (9,2%).
SOPRATTUTTO DONNE
Prevalentemente donne (57,9%), con cittadinanza italiana (84%), residenti in gran parte nei territori del Sud (52%) e in possesso di un titolo di studi di scuola secondaria superiore (44%). Questo è il profilo delle e dei giovani Neet del nostro Paese. Nell’ultimo decennio, la quota di donne Neet è rimasta sempre molto alta rispetto a quella degli uomini, peggiorando nell’ultimo anno (nel 2023 il tasso è aumentato dell’1,9%) e confermando, da un lato, la loro maggiore difficoltà a uscire da questa condizione e, dall’altro, la miopia delle politiche attuate rispetto ai bisogni legati al genere.
NO AL LAVORO PER LA FAMIGLIA
La percentuale di donne è più alta anche tra le persone Neet inattive/i (65%), che dichiarano quindi di non essere in cerca di lavoro e/o opportunità formative. Tuttavia, tra queste, il 46% afferma che vorrebbe lavorare anche se non sta cercando un’occupazione, mentre tra le restanti che dichiarano di non essere alla ricerca (54%), il 51% indica come motivazione questioni familiari e lavoro di cura. Si tratta di giovani donne che, seppur impegnate a tempo pieno nel lavoro familiare di cura, vengono, quindi, erroneamente definite “inattive”. La loro indisponibilità è infatti determinata dal lavoro non retribuito che già svolgono e che le ostacola nell’accesso a opportunità occupazionali o formative.
SOPRATTUTTO AL SUD
Il Sud Italia registra la più alta percentuale di Neet sia in termini di incidenza che di distribuzione. La Sicilia ha il tasso di incidenza più alto (36,4%), seguita dalla Campania (33,4%) e dalla Calabria (32%). Se si considera, invece, la distribuzione delle e dei Neet a livello territoriale, al terzo posto dopo Sicilia (18,5%) e Campania (15,9%), si trova la Lombardia (8,1%). Le percentuali variano se si prende in considerazione anche il livello di istruzione.
IL LIVELLO DI ISTRUZIONE
Per quanto riguarda il livello di istruzione, prevale la quota di Neet con diploma di maturità (44%). Minore la percentuale delle e dei giovani in possesso di una laurea (13%). Le probabilità di entrare nella condizione di Neet, infatti, si abbassano all’aumentare del titolo di studio. Un dato che non vale per le donne che rispetto ai coetanei maschi hanno in media livelli di istruzione più elevati.