Il lavoro, i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, la tutela della loro sicurezza e salute, sono stati uno dei fili conduttori dei due mandati al Quirinale di Giorgio Napolitano. Già dal discorso di giuramento pronunciato di fronte al Parlamento il 15 maggio 2006, il valore costituzionale del lavoro venne offerto come cardine del suo mandato. Il lavoro, dunque, come fondante la Repubblica antifascista, e inevitabilmente associato alla giustizia sociale, all'indispensabile riduzione delle diseguaglianze e alla lotta contro le nuove povertà.
Pochi mesi dopo, incontrando il gruppo dirigente Cgil in occasione del centenario della Confederazione, Napolitano sottolinea la funzione costituzionale del sindacato e il suo fare propri i valori fondamentali della Carta, a cominciare da quelli della libertà e della pace, oltre che - ovviamente - quello del lavoro.
E poi costante, anche nei discorsi di fine anno che scandirono la sua presidenza, il richiamo alla dignità del lavoro e la denuncia ferma di quanto poco si operasse per garantire salute e sicurezza degli uomini e delle donne al lavoro. Una denuncia reiterata nel corso del tempo, scandito purtroppo dall'aumento di incidenti e morti sul lavoro.
In occasione del secondo anniversario della prima elezione di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica, nel 2009 RadioArticolo1 trasmise uno speciale: le parole pronunciate allora dal presidente della Repubblica sono di una straordinaria attualità, i moniti di allora sono oggi ancora più urgenti.