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Ventiquattro licenziamenti, cui si aggiungono il trasferimento di parte delle produzioni e di altri 20 lavoratori. Questa la decisione presa mercoledì 24 aprile dalla Italian Wine Brands, il più grande gruppo vinicolo privato italiano. Una comunicazione che le segreterie nazionali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil hanno appreso con “forte disappunto”, annunciando le “più idonee azioni a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici”.
I licenziamenti coinvolgono il personale (22 donne, due uomini) addetto alle vendite telefoniche del marchio Giordano Vini dello stabilimento di Diano D'Alba (Cuneo), con la completa dismissione del reparto teleselling. Dallo stabilimento piemontese, inoltre, verranno trasferiti nel sito di Calmasino di Bardolino (Verona) sia parte delle produzioni sia 20 lavoratori.
Le motivazioni dell’azienda
La decisione del management è stata assunta “per ottimizzare la produttività e riadattare le rispettive strutture alle mutate condizioni di mercato”. La dismissione del teleselling viene “a seguito del cambiamento delle modalità di acquisto dei clienti, sempre più orientate verso l'online a scapito delle vendite telefoniche”. A questo si accompagna la prosecuzione del processo di affidamento all’esterno (outsourcing) che, già “implementato da anni da parte di Giordano Vini, verrà ulteriormente perseguito”.
Per quanto concerne il trasferimento di parte della produzione nello stabilimento veronese, Italian Wine Brands lo ritiene necessario per “oggettivi motivi di razionalizzazione e, a tendere, di diminuzione dei costi di produzione nonché di efficientamento delle attività”. In conclusione, la nota aziendale assicura che “il gruppo, assieme alle organizzazioni sindacali, studierà forme di supporto in favore delle persone interessate da questa riorganizzazione”.
La preoccupazione dei sindacati nazionali
“Le procedure annunciate – commentano Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil nazionali – vedono coinvolte complessivamente 44 persone, che si ritroveranno senza occupazione, visto che il trasferimento da Cuneo a Verona sarà difficilmente realizzabile, oltre alle conseguenze negative per i lavoratori e le lavoratrici ancora in forza a Giordano Vini, nonché per tutto l'indotto”.
I sindacati rimarcano che “solo pochi mesi fa la procedura di acquisizione totale o parziale di diverse realtà vinicole presenti su tutto il territorio nazionale da parte di Italian Wine Brands si era chiusa con un mancato accordo dettato sia da una non trasparenza degli assetti occupazionali che si sarebbero delineati, sia da una totale assenza di volontà da parte della società di assumere impegni nei confronti della forza lavoro e di reticenza rispetto al piano industriale della nuova realtà”.
La nota di Flai, Fai e Uila così si conclude: “Nonostante nella fase di espletamento delle procedure, durate quasi due mesi, l'azienda non avesse mai manifestato criticità, già nei primi giorni dell'anno abbiamo espresso sconcerto e preoccupazione che si concretizzano oggi nel peggiore dei modi, a pochi mesi di distanza, con un impatto sociale gravissimo sul territorio di Cuneo”.
La posizione della Flai Cgil territoriale
“In gennaio, con la nascita di Italian Wine Brands, nella quale è confluita la produzione di Giordano Vini, l’azienda aveva millantato promesse di mantenimento di tutte le attività produttive e di vendita sul sito”, illustra la segretaria Flai Cgil Cuneo Elisa Livrieri: “Ma comunque non riuscimmo a far firmare alcun accordo di garanzia occupazionale. Un mancato impegno che ci faceva già temere quanto accade ora”.
Per la dirigente sindacale questa è “una decisione presa alla leggera, che non ha tenuto conto della drastica ricaduta che avrà sulle famiglie coinvolte, perlopiù monoreddito con carichi familiari, ripercussione che vedremo riversarsi anche a livello sociale in tutto il territorio. Nulla di nuovo per la Giordano Vini, che ancora una volta ci ha illusi di poter essere degna di fiducia e ancora una volta si è rivelata mendace”.